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Aborto, Regno Unito verso la depenalizzazione dell'interruzione di gravidanza dopo le 24 settimane

Una bandiera dell'Unione è esposta fuori dal Palazzo del Parlamento, a Londra, giovedì 23 maggio 2024.
Una bandiera dell'Unione è esposta fuori dal Palazzo del Parlamento, a Londra, giovedì 23 maggio 2024. Diritti d'autore  Kin Cheung/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Kin Cheung/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Euronews Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Regno Unito consente le interruzioni volontarie di gravidanza fino a 24 settimane e oltre per motivi terapeutici. Limiti molto larghi rispetto all'Italia, ma è ancora in vigore una legge del 1861 che considera reato l'aborto oltre i sei mesi. La Camera dei Comuni ha votato per eliminare la norma

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La depenalizzazione completa dell'aborto ha ricevuto martedì una prima approvazione nel Regno Unito, in seguito alle preoccupazioni per il numero di donne che vengono indagate ogni anno per avere interrotto la gravidanza oltre le 24 settimane.

La Camera dei Comuni di Londra ha approvato con 379 voti a favore e 137 contrari uno specifico emendamento a un più ampio disegno di legge sulla criminalità, che riforma appunto la punibilità dell'aborto sulla base di legge della metà del XIX secolo.

La misura si applicherà, se il provvedimento complessivo passerà ai Comuni e alla Camera dei Lord che può solo ritardarne l'entrata in vigore, nei territori di Inghilterra, Galles e Scozia dal momento che nell'Irlanda del Nord l'interruzione di una gravidanza avanzata è già depenalizzata dal 2019.

Fino a quando si può abortire nel Regno Unito

L'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) è legale nel Regno Unito da quasi sei decenni, e con un limite piuttosto ampio: 24 settimane, seppure con l'approvazione di due medici.

Oltre quel limite gestazionale, l'aborto è consentito solo per eccezionali motivi di salute della donna o del feto, ma questi casi negli anni hanno portato a indagini nei confronti di donne e operatori sanitari, che potranno essere incriminati anche nel caso passasse la nuova norma.

Un secondo emendamento infatti, che avrebbe impedito di perseguire i professionisti del settore medico e chi aiuta le donne ad abortire, non è stato votato.

I limiti di legge per un'interruzione di gravidanza sono molto diversi in Europa, dove è bandita in alcuni Paesi Ue, come Malta.

Per fare un confronto, in Italia l'Ivg è consentita fino a 12 settimane, dunque tre mesi di gravidanza. Oltre, l'interruzione deve essere motivata da un rischio grave per la vita o la salute della donna (per questo conosciuta come "terapeutica", o Itg) e, comunque, la pratica medica, ha fissato le 22-23 settimane come limite ultimo.

"Questo provvedimento legislativo non farà altro che sottrarre le donne al sistema giudiziario penale, perché sono vulnerabili e hanno bisogno del nostro aiuto", ha dichiarato la deputata laburista, Tonia Antoniazzi, che ha introdotto uno degli emendamenti.

Secondo Antoniazzi il cambiamento era necessario perché negli ultimi cinque anni la polizia ha indagato più di 100 donne per sospetto aborto illegale, comprese alcune che avevano subito aborti spontanei.

"Quale interesse pubblico si intende perseguire? Questa non è giustizia, è crudeltà e deve finire", ha commentato la deputata.

Durante la pandemia di Covid-19 il Regno Unito ha esteso la possibilità dell'aborto farmacologico, ammesso fino a 10 settimane dal concepimento, inviando pillole abortive per posta per procedere all'interruzione di gravidanza a casa.

Ciò ha portato a una manciata di casi ampiamente pubblicizzati in cui le donne sono state perseguite per essersi procurate illegalmente pillole abortive e averle utilizzate per interrompere la propria gravidanza anche dopo le 24 settimane.

Anche in Italia è possibile, solo in alcune regioni ma assumendo in day hospital le due pillole necessarie, o perlomeno la seconda che induce l'espulsione.

Regno Unito, l'opposizione dei gruppi anti-aborto alle depenalizzazione

I sostenitori del disegno di legge hanno affermato che si tratta di una riforma storica che eviterà alle donne di finire in prigione.

"Questa pietra miliare nella lotta per i diritti riproduttivi manda un messaggio forte: i nostri legislatori stanno difendendo le donne", ha dichiarato Louise McCudden di Msi Reproductive Choices.

Il dibattito è nato dopo che dei recenti procedimenti giudiziari hanno riportato l'attenzione sulla legge in vigore dal 1861 sui reati contro la persona.

In uno di questi casi, una donna madre di tre figli è stata condannata a oltre due anni di carcere nel 2023 per avere indotto medicalmente un aborto a circa otto mesi di gravidanza.

Carla Foster, 45 anni, è stata rilasciata circa un mese dopo da una corte d'appello che ha ridotto la pena, invocando "compassione, non punizione" per la donna.

Il mese scorso, una giuria ha assolto in un altro caso del genere Nicola Packer dall'accusa di essersi autosomministrata illegalmente un veleno o una sostanza nociva con l'intento di procurare un aborto.

Packer era incinta di circa 26 settimane, ma ha testimoniato di credere di essere di massimo 10 settimane.

I gruppi anti-aborto si sono opposti agli emendamenti, sostenendo che apriranno la porta alla richiesta di interrompere una gravidanza in qualsiasi fase.

"I bambini non ancora nati saranno privati di ogni protezione residua e le donne saranno lasciate alla mercé degli abusatori", ha dichiarato Alithea Williams, responsabile delle politiche pubbliche della Society for the Protection of Unborn Children, che si descrive come il più grande gruppo di campagna pro-vita del Regno Unito.

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