La controversa proposta europea per il monitoraggio delle chat private ha incontrato le resistenze della Danimarca, che ha proposto in alternativa una sorveglianza su base volontaria delle società di messaggistica
La Danimarca ha aggiornato la proposta di legge europea sul cosiddetto "chat control", il controllo della messaggistica privata. Lo ha scritto giovedì scorso sul suo sito l'ex eurodeputato Patrick Breyer, uno dei principali difensori della privacy nell'Unione Europea.
La proposta danese prevede la ricerca di contenuti sensibili nelle chat private su base volontaria e non attraverso un monitoraggio generalizzato delle società che gestiscono le piattaforme.
"Invece di rendere obbligatorio il monitoraggio generale delle chat private, le ricerche resterebbero volontarie per le società, come avviene oggi", ha affermato Breyer.
Breyer ha aggiunto che restano tre nodi irrisolti. Primo, la proposta non recepisce la posizione del Parlamento europeo secondo cui solo i tribunali dovrebbero autorizzare l’accesso alle comunicazioni private.
Secondo, la legge continua a vietare ai minori di scaricare app di messaggistica.
Terzo, il chat controldi fatto mette al bando le comunicazioni anonime.
Solo un tribunale può autorizzare il controllo delle comunicazioni private
L'attuale proposta danese non rispetta la posizione del Parlamento europeo, che prevede il controllo delle comunicazioni private solo dopo un ordine di tribunale, secondo Breyer.
L'ex eurodeputato ha affermato che questo rappresenta una garanzia fondamentale per la tutela della privacy delle comunicazioni dei cittadini europei e fissa uno standard che non può essere modificato successivamente da pressioni esterne delle istituzioni comunitarie, come è già avvenuto con i cosiddetti "Codici di buone pratiche"adottati su base volontaria per l’intelligenza artificiale e la disinformazione.
In Europa, ha osservato Breyer, ciò che è “volontario” spesso non lo è davvero: rinunciare a un codice "volontario" può comportare trattamenti più severi, spingendo di fatto le aziende tecnologiche a una sorveglianza di fatto, senza che questa venga regolamentata in modo esplicito.
Stop alle app di messaggistica per gli adolescenti?
Secondo Breyer l'attuale proposta vieterebbe ai minori di 16 anni di installare app di messaggistica come WhatsApp, Telegram, Snapchat, X e altre, con l’obiettivo dichiarato di "proteggerli dall'adescamento online".
L’esperienza del Regno Unito con l'Online Safety Act ha mostrato quanto sia facile per gli adolescenti aggirare queste regole usando le Vpn e altri strumenti. Questo continuerebbe a succedere a meno di una stretta anche sulle Vpn, un’ipotesi preoccupante.
Addio all’anonimato online
Breyer ha aggiunto che la proposta danese vieterebbe di fatto gli indirizzi email e le chat anonime.
"Gli utenti dovrebbero presentare un documento d’identità o il proprio volto, rendendosi così identificabili e aumentando il rischio di fughe di dati", ha spiegato.
Questo dovrebbe allarmare giornalisti e organizzazioni della società civile che si affidano a comunicazioni riservate con informatori che offrono informazioni riservate.
L'articolo originale è stato pubblicato su EU Tech Loop ed è stato ripubblicato su Euronews nell’ambito di un accordo editoriale. Le opinioni espresse sono dell’autore e non riflettono in alcun modo la linea editoriale di Euronews.