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La Nato accelera l’innovazione militare: piano per integrare AI, droni e tecnologie avanzate entro 24 mesi

Soldati britannici partecipano alle esercitazioni militari del Winter Camp 23 presso Tapa, in Estonia, martedì 7 febbraio 2023. Le esercitazioni del Campo d'Inverno sono esercitazioni regolari condotte dalla NATO.
Soldati britannici partecipano alle esercitazioni militari del Winter Camp 23 presso Tapa, in Estonia, martedì 7 febbraio 2023. Le esercitazioni del Campo d'Inverno sono esercitazioni regolari condotte dalla NATO. Diritti d'autore  AP Photo/Sergei Grits
Diritti d'autore AP Photo/Sergei Grits
Di Pascale Davies
Pubblicato il
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Al vertice Nato all’Aia i Paesi membri lanciano un piano per accelerare l’adozione di tecnologie militari innovative entro 24 mesi e aumentare la spesa per la difesa al 3,5 per cento del Pil entro il 2035. Focus su AI, droni e collaborazione con start-up

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Al vertice Nato all’Aia, i leader dei 32 Paesi membri hanno approvato un piano ambizioso per velocizzare l’integrazione di nuove tecnologie militari, con l’obiettivo di adottare nuovi prodotti entro 24 mesi. La decisione arriva in un contesto di crescente competizione tecnologica globale, con Russia e Cina che hanno accorciato i loro cicli di sviluppo militare a poche settimane.

Mark Rutte, Segretario generale dell’Alleanza, e i rappresentanti dei Paesi membri hanno inoltre confermato l’impegno a incrementare la spesa per la difesa fino al 3,5 per cento del Pil entro il 2035, superando così il precedente target del 2 per cento.

Jean-Charles Ellermann-Kingombe, Segretario generale aggiunto per l’innovazione della Nato, ha sottolineato come la guerra in Ucraina abbia mostrato l’urgenza di accelerare l’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale e i droni, strumenti che stanno già cambiando il volto dei conflitti.

Un JAS 39 Gripen C/D decolla durante l'esercitazione militare Nordic Response all'aeroporto di Luleå-Kallax, vicino a Luleå, in Svezia, lunedì 4 marzo 2024. Esercitazione Nato
Un JAS 39 Gripen C/D decolla durante l'esercitazione militare Nordic Response all'aeroporto di Luleå-Kallax, vicino a Luleå, in Svezia, lunedì 4 marzo 2024. Esercitazione Nato Anders Wiklund/TT News Agency via AP

La Nato punta a colmare il divario con il settore privato, lavorando più strettamente con start-up e aziende tecnologiche, adattando le procedure di approvvigionamento a un mercato in rapida evoluzione.

Per facilitare questo processo, verrà introdotto un “badge di approvazione” per le aziende che dimostrino soluzioni utili per la difesa, permettendo loro di accedere più facilmente ai mercati della difesa.

La Nato dispone di centri di prova in 29 nazioni alleate e di innovatori provenienti da 20 Paesi, ha dichiarato John Ridge, responsabile dell'adozione del Nato Innovation Fund (Nif).

Il Nif Fund è un fondo di capitale di rischio per le tecnologie avanzate sostenuto da 24 delle 32 nazioni dell'Alleanza. Si concentra sugli investimenti in tecnologia avanzata a duplice uso che supportano la difesa, la sicurezza e la resilienza.

Collabora con l'acceleratore dell'innovazione della difesa della Nato per l'Atlantico settentrionale (Diana), un organismo che mira a trovare e accelerare la capacità di innovazione a duplice uso.

A quali tecnologie è interessata la Nato?

Gli innovatori di Diana stanno lavorando su una serie di nuove tecnologie, tra cui la generazione di energia in alto mare e gli esoscheletri passivi avanzati che danno ai soldati più forza sul campo di battaglia e alle persone con disabilità più mobilità a casa, ha detto Ridge alla conferenza stampa a cui ha partecipato Euronews Next.

Alcune delle tecnologie in cui la Nato ha investito includono la società portoghese di droni Tekever e la società tedesca di robotica ARX Robotics GmbH, entrambe utilizzate in Ucraina.

La Nato ha esaminato più di 2.000 start-up e ha investito in 12, ha detto Ridge.

L'organizzazione sta valutando l'autonomia e la possibilità di tenere i soldati fuori dai rischi, nell'ottica del futuro della difesa.

"Se si possono allontanare gli esseri umani dal pericolo, perché non farlo? Quindi questa è una delle tendenze che siamo tutti pronti a vedere, e sospetto che la seguiremo due volte", ha detto Ridge.

L’obiettivo è dunque proteggere i soldati riducendo i rischi tramite tecnologie autonome, garantendo al contempo la sovranità tecnologica e militare dell’alleanza.

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