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Francia, scioperi contro l’austerità ma partecipazione in calo

Un manifestante tiene un cartello con la scritta "Budget 2026" durante una manifestazione per l'aumento dei salari e contro l'austerità, a Parigi, martedì 2 dicembre 2025. (Foto AP/Christophe Ena)
Un manifestante tiene un cartello con la scritta "Budget 2026" durante una manifestazione per l'aumento dei salari e contro l'austerità, a Parigi, martedì 2 dicembre 2025. (Foto AP/Christophe Ena) Diritti d'autore  Christophe Ena/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Christophe Ena/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Sophia Khatsenkova
Pubblicato il
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L'appello allo sciopero lanciato da tre sindacati (Cgt, Fsu e Solidaires) ha visto un'affluenza significativamente inferiore rispetto alle precedenti occasioni di settembre e ottobre

Tre dei principali sindacati francesi hanno organizzato martedì una giornata di scioperi e manifestazioni in tutto il Paese per protestare contro le politiche di austerità del governo, la stagnazione dei salari e i tagli in arrivo ai servizi pubblici.

Nonostante settimane di preparazione, la mobilitazione si è rivelata debole, con un’affluenza nettamente inferiore rispetto alle grandi proteste dell’autunno.

La Cgt, la Fsu e Solidaires hanno lanciato l’iniziativa mentre l’Assemblea nazionale discute il bilancio della previdenza sociale 2026, che secondo i leader sindacali prevede “numerose e gravi regressioni” per lavoratori, pensionati e dipendenti del settore pubblico.

La rabbia nelle piazze: salari, tasse e servizi in crisi

Al centro delle rivendicazioni figurano aumenti salariali, maggiore giustizia sociale e fiscale e più investimenti nei servizi pubblici, in particolare ospedali e strutture per anziani, che secondo i sindacati risultano già sotto pressione.

In una nota pubblicata il 18 novembre, la Cgt ha accusato il governo di correre per approvare un bilancio indebolito da destra ed estrema destra, che “fanno tutto il possibile per eliminare qualsiasi misura capace di disturbare gli ultra-ricchi o le grandi imprese”.

Axel, rappresentante della Cgt impiegato al Goethe Institut di Parigi, ha dichiarato a Euronews di aver aderito alla protesta perché ritiene che il peso delle misure “ricada in modo sproporzionato sui lavoratori”. “Il denaro c’è, soprattutto tra i più ricchi. Perché allora colpire noi? Pago molte tasse ed è difficile. Per altri è facile. Non è giusto: per questo protesto”, ha detto.

Disagi minimi per trasporti e scuole

Lo sciopero ha avuto un impatto limitato sui trasporti. La Sncf ha segnalato un traffico “quasi normale”, con ritardi concentrati nelle regioni del Centro-Val de Loire e dell’Occitania meridionale.

Le scuole sono rimaste largamente operative: il ministero dell’Istruzione ha registrato un tasso di adesione del 5,27 per cento tra gli insegnanti.

Nel resto della pubblica amministrazione, la partecipazione è stata del 3,43 per cento a livello statale e dell’1,84 per cento nelle amministrazioni locali.

Parigi meno partecipata: cortei ridotti

A Parigi, il corteo è partito intorno alle 14:00 con qualche migliaio di persone, ma già alle 15:30 la maggior parte dei partecipanti si era dispersa, secondo quanto riportato dal corrispondente di Euronews.

Una seconda manifestazione era prevista alle 16:00, ma alle 16:45 erano presenti solo una dozzina di persone.

La Cgt ha stimato 17.000 manifestanti nella capitale, un numero molto inferiore rispetto alle precedenti mobilitazioni.

A livello nazionale, il ministero dell’Interno ha contato 31.900 partecipanti allo sciopero di martedì, ben al di sotto delle ultime grandi proteste. Il 18 settembre, a Parigi, si erano radunate 55.000 persone e il 2 ottobre 24.000, quando a scendere in piazza erano state coalizioni sindacali più ampie.

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