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Torna la "Maturità" dal 2026: nuovo nome, orale su 4 materie e più peso alla condotta

Una studentessa davanti al Liceo Parini di Milano
Una studentessa davanti al Liceo Parini di Milano Diritti d'autore  ALBERTO PELLASCHIAR/AP
Diritti d'autore ALBERTO PELLASCHIAR/AP
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il
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La Camera ha dato il via libera martedì alla legge che riforma l'esame di Stato per le scuole superiori dal 2026. Rimangono le prove scritte ma orali e condotta avranno più peso. Per i nostalgici torna il vecchio nome di Maturità

Con il via libera definitivo della Camera arriva la nuova Maturità nella scuola italiana, che introduce un approccio più rigoroso a partire dal nome, quello che per decenni ha segnato più il momento di passaggio di uno studente che l'esame in sé.

Torna il nome Maturità e con esso il significato profondo di un momento di crescita personale e civile”, ha dichiarato martedì la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, sottolineando l’obiettivo di “restituire serietà e valore a una prova che negli ultimi anni aveva perso autorevolezza”.

Le due prove scritte sono confermate, ma il colloquio orale diventa il cuore dell’esame. Sarà su quattro discipline scelte per decreto ministeriale a gennaio e comprenderà anche la valutazione delle competenze in educazione civica e delle esperienze di formazione scuola-lavoro.

Gli studenti dovranno partecipare attivamente al colloquio. Il silenzio deliberato infatti, scelto da alcuni studenti la scorsa estate in segno di protesta verso il sistema di giudizio e quello scolastico in generale,sarà considerato rifiuto dell’esame e comporterà la bocciatura.

Nuova formazione scuola-lavoro e sicurezza negli istituti

In vista del nuovo esame gli studenti dovranno fare attenzione al proprio comportamento. Un'insufficienza in condotta infatti significherà bocciatura mentre un 6 imporrà comunque allo studente una “prova di cittadinanza attiva”.

La condotta conterà anche nel voto finale visto che punteggio massimo all’esame sarà riservato a chi avrà ottenuto almeno 9 a fine anno.

Un’altra novità riguarda l’alternanza scuola-lavoro, che non si chiamerà più Ptco ma “formazione scuola-lavoro”, con regole più stringenti per la tutela degli studenti. Le convenzioni tra scuole e aziende non potranno più includere attività in contesti ad alto rischio, mentre l’Inail avvierà campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza.

Il decreto-legge approvato estende inoltre la copertura assicurativa agli infortuni avvenuti durante il tragitto tra casa e luogo di formazione, garantendo tutele più ampie anche fuori dall’ambiente scolastico.

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