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Nato, spesa al 5% del Pil: la maggior parte degli alleati accoglie la richiesta di Trump

Ministri e rappresentanti militari posano durante una foto di gruppo dei ministri della difesa della NATO presso il quartier generale della NATO a Bruxelles, 5 giugno 2025.
Ministri e rappresentanti militari posano durante una foto di gruppo dei ministri della difesa della NATO presso il quartier generale della NATO a Bruxelles, 5 giugno 2025. Diritti d'autore  AP Photo
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Di Gavin Blackburn Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La Nato verso un nuovo obiettivo di spesa: il 5 per cento del Pil per la difesa. Sostegno crescente alla richiesta di Donald Trump, mentre si discute il futuro delle truppe Usa in Europa

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La maggior parte dei Paesi alleati della Nato ha accolto con favore la richiesta dell’ex presidente statunitense Donald Trump di aumentare la spesa per la difesa fino al 5 per cento del Pil. Lo ha confermato giovedì il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, dopo una riunione dei ministri della Difesa a Bruxelles.

"Abbiamo ampio sostegno. Siamo davvero vicini", ha dichiarato Rutte, aggiungendo di essere fiducioso che l’accordo possa essere raggiunto in vista del vertice Nato in programma il 24 e 25 giugno all’Aia.

La nuova soglia: 5 per cento tra difesa e infrastrutture

L’obiettivo prevede che il 3,5 per cento del Pil sia destinato alla spesa militare diretta e l’1,5 per cento a infrastrutture strategiche — come strade, porti e aeroporti — essenziali per la rapidità di dispiegamento delle truppe. Questa proposta rappresenta un incremento significativo rispetto all’attuale traguardo minimo del 2 per cento, concordato nel 2014 dopo l’annessione russa della Crimea e riaffermato nel 2023 durante la guerra in Ucraina.

A oggi, 22 dei 32 membri della Nato hanno raggiunto l’obiettivo del 2 per cento, mentre altri sono ancora in difficoltà.

Trump e il peso geopolitico degli Stati Uniti

Donald Trump, in corsa per un nuovo mandato presidenziale, ha fatto della pressione sugli alleati per aumentare la spesa militare uno dei suoi cavalli di battaglia. Il suo obiettivo: permettere agli Stati Uniti di concentrarsi su altre priorità strategiche, in particolare l’Indo-Pacifico e i confini nazionali.

Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha elogiato il ruolo di Trump nel “rianimare un’alleanza che stava scivolando verso l’irrilevanza”, sottolineando come i partner europei abbiano riconosciuto la necessità di investimenti maggiori in sicurezza.

Il futuro delle truppe Usa in Europa

Hegseth non ha escluso un ridimensionamento della presenza militare statunitense nel Vecchio Continente — attualmente pari a circa 84.000 unità — sottolineando che qualsiasi revisione avverrà "insieme agli alleati", ma ribadendo il principio che “l’America non può essere ovunque, né dovrebbe esserlo”.

Obiettivi militari e preparazione alla guerra

Durante l’incontro a Bruxelles, i ministri della Difesa hanno approvato anche nuovi "obiettivi di capacità", ovvero piani per l'acquisto di armamenti strategici come sistemi di difesa aerea, artiglieria, missili a lungo raggio, droni e risorse logistiche fondamentali come rifornimenti in volo e trasporto pesante.

Questi obiettivi, riservati nei dettagli, fanno parte del più vasto piano di difesa dell’Alleanza — il più significativo dalla Guerra Fredda — che prevede la possibilità di mobilitare fino a 300.000 soldati entro 30 giorni sul fianco orientale. Tuttavia, esperti e analisti sollevano dubbi sulla reale capacità dei Paesi membri di raggiungere numeri simili in tempi così rapidi.

Se approvata, la soglia del 5 per cento rappresenterebbe un cambiamento radicale nella strategia e nella struttura di finanziamento dell’Alleanza Atlantica, con l’ambizione di renderla più autonoma, reattiva e in grado di affrontare le sfide di sicurezza emergenti, dalla Russia all’Indo-Pacifico.

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