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L'Ue potrebbe includere condizioni dello Stato di diritto nel prossimo bilancio da 2mila miliardi

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Sandor Zsiros
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Secondo i piani ottenuti da Euronews, tutti i pagamenti della voce più importante del piano di bilancio settennale potrebbero essere legati allo Stato di diritto. Questo includerebbe i fondi di coesione e agricoli che non sono stati sospesi da Bruxelles

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L’Unione europea imporrà nuove condizioni legali per i pagamenti nel prossimo ciclo di bilancio, ha annunciato mercoledì la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles, presentando il nuovo quadro finanziario pluriennale. Il tetto di bilancio è stato aumentato a 2mila miliardi di euro.

"Lo Stato di diritto deve essere rispettato incondizionatamente: è un principio vincolante alla base dell’intero bilancio dell’Ue. Ma con il prossimo quadro finanziario andremo oltre", ha dichiarato von der Leyen.

Nei piani nazionali di partenariato regionale, ha spiegato la numero uno della Commissione, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali diventeranno una condizione per ricevere investimenti e una priorità per le riforme. "Si tratta di una condizionalità intelligente", ha sottolineato, assicurando che i fondi Ue saranno spesi in modo responsabile, con garanzie solide, condizionalità chiare e incentivi adeguati, "nell’interesse dei cittadini".

Il pacchetto dei Piani di Partenariato Nazionali e Regionali (Pnr) rappresenta la voce più consistente del bilancio settennale, con quasi la metà della spesa prevista, pari a 865 miliardi di euro, se le cifre saranno confermate. Von der Leyen non ha fornito dettagli specifici sulla forma dei controlli relativi allo Stato di diritto.

Cosa dice la bozza di regolamento ottenuta da Euronews

Tuttavia, secondo una bozza di regolamento ottenuta da Euronews, saranno introdotte nuove condizioni vincolanti: uno Stato membro dovrà rispettare i valori fondamentali dell’Ue – tra cui la Carta dei diritti fondamentali e l’articolo 2 del Trattato dell’Ue – per potersi aggiudicare progetti finanziati. I regolamenti menzionano esplicitamente anche il rispetto del principio di parità di genere.

Una novità rilevante è che i pagamenti saranno legati alla relazione annuale sullo Stato di diritto, allo scopo di rafforzare i diritti fondamentali nell’Unione. In caso di mancato rispetto di tali condizioni, la Commissione notificherà la violazione allo Stato membro interessato e, in assenza di modifiche, potrà proporre al Consiglio la sospensione dei pagamenti.

Il nuovo quadro normativo mira a promuovere società aperte, basate sui diritti, democratiche e inclusive. Sarà richiesto un rafforzamento della giustizia, della lotta alla corruzione, del pluralismo mediatico e della trasparenza, anche attraverso la pubblicazione in una banca dati centrale dei beneficiari finali dei fondi Ue.

La proposta di bilancio prevede inoltre una nuova linea di spesa denominata AgoraEU, che, insieme a Erasmus+, riceverà complessivamente 49 miliardi di euro. L’obiettivo è sostenere i valori fondanti dell’Ue, la democrazia, la libertà di stampa e la società civile.

Ungheria sorvegliata speciale

L’Ungheria rischia di trovarsi in difficoltà nel prossimo ciclo di bilancio. È attualmente l’unico Paese soggetto alla procedura dell’articolo 7 del Consiglio, che può portare alla sospensione del diritto di voto, e alla procedura sullo Stato di diritto, che ha già comportato il congelamento di fondi europei per rischio di corruzione sistemica.

Budapest definisce queste misure "vendette politiche". Al momento, può accedere solo ai fondi di coesione e ai fondi agricoli, ma anche questi saranno presto confluiti nei nuovi Pnr, che potranno anch’essi essere sospesi se Bruxelles rileverà violazioni dello Stato di diritto.

La proposta di bilancio presentata da von der Leyen è ancora lontana dall’essere definitiva. Dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dai 27 Stati membri nei prossimi sette anni. Ogni Paese – Ungheria compresa – ha diritto di veto sul bilancio settennale.

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