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Zelensky alla Nato: “L'Ucraina può produrre armi, ma servono fondi e stop ai componenti occidentali per le armi russe"

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy (R) e il Segretario generale della NATO Mark Rutte a margine del vertice della NATO all'Aia, Paesi Bassi, 24 giugno 2025.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy (R) e il Segretario generale della NATO Mark Rutte a margine del vertice della NATO all'Aia, Paesi Bassi, 24 giugno 2025. Diritti d'autore  AP Photo/Geert Vanden Wijngaert
Diritti d'autore AP Photo/Geert Vanden Wijngaert
Di Alice Tidey
Pubblicato il
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Zelensky chiede più investimenti nel settore della difesa ucraino e lo stop ai componenti occidentali nelle armi russe. L’Ucraina, dice, è un partner alla pari nella sicurezza europea

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello forte e chiaro dall’Aia alla vigilia del vertice Nato: se l’Occidente vuole davvero aiutare l’Ucraina a difendere se stessa e l’Europa, deve aumentare gli investimenti nel suo settore della difesa e vigilare sul fatto che componenti occidentali non finiscano nei sistemi d’arma russi.

Durante il Forum dell’industria della difesa della Nato, Zelensky ha sottolineato come l’industria bellica ucraina abbia oggi un potenziale di produzione stimato in oltre 35 miliardi di dollari, ma che il 40 per cento di questa capacità resta inutilizzato per mancanza di fondi. Il Paese, ha aggiunto, può produrre fino a otto milioni di droni l’anno, ma i finanziamenti attuali ne consentono la realizzazione di molti meno.

“Siamo aperti a una cooperazione su vasta scala – ha dichiarato – anche condividendo tecnologie e risultati con chi ci sostiene realmente. Ma servono investimenti ora”.

“L’Ucraina è un partner alla pari nella sicurezza europea”

Il presidente ha poi insistito sulla necessità di riconoscere il ruolo attivo e paritario dell’Ucraina nei programmi europei e Nato. Zelensky ha elogiato il nuovo piano dell’Ue per aumentare la capacità produttiva militare entro il 2030, con un fondo da 150 miliardi di euro per acquisti congiunti che include anche Kiev.

Ma ha voluto ribadire che l’Ucraina non è solo beneficiaria: “Garantire la sicurezza è una responsabilità comune, e noi contribuiamo attivamente”. In questo senso, ha appoggiato anche la proposta, promossa da Washington, di alzare l’obiettivo minimo di spesa per la difesa al 5 per cento del Pil, considerandolo “il livello giusto per fermare l’aggressione russa”.

Secondo Zelensky, una Europa unita e militarmente pronta può distruggere l’illusione del Cremlino di poter ottenere vantaggi da una guerra con l’Occidente.

Stop alle forniture indirette alla Russia

L’accusa più dura è arrivata quando Zelensky ha denunciato come le armi russe continuino a contenere componenti occidentali, nonostante 17 pacchetti di sanzioni europee. Pezzi dual-use (a uso civile e militare), macchinari, microchip e materiali industriali passerebbero attraverso triangolazioni o paesi terzi, finendo direttamente nel sistema bellico russo.

“Oggi nessuna arma russa significativa viene prodotta senza l’aiuto di materiali esterni – ha affermato – compresi quelli provenienti da alcuni Paesi della Nato. Questo deve finire. Ogni componente che arriva a Mosca prolunga la guerra ed è un crimine contro la pace.”

Il leader ucraino ha chiesto azioni più incisive, controlli sulle esportazioni, cooperazione tra servizi di intelligence e, soprattutto, volontà politica: “Assicuratevi che i vostri Paesi non aiutino, neanche indirettamente, l’aggressore”.

Un sostegno politico che rischia di restare a metà

Nonostante l’intensa attività diplomatica del presidente ucraino in Europa – lunedì era a Londra, martedì all’Aia – le prospettive politiche per l’Ucraina restano incerte. La bozza di dichiarazione congiunta del vertice Nato menziona l’Ucraina solo di passaggio e non ribadisce il suo percorso “irreversibile” verso l’adesione, come fatto nel 2024.

All’interno dell’Ue, l’Ungheria continua a bloccare l’apertura ufficiale dei negoziati di adesione, malgrado il parere favorevole della Commissione europea. Anche se il sostegno alla causa ucraina resta forte in molte capitali europee, l’unanimità necessaria sulle questioni di allargamento rende difficile ogni avanzamento reale.

Zelensky lo sa. Per questo, nella sua strategia, punta oggi a consolidare la cooperazione industriale e militare, più che ad avanzamenti formali. Per l’Ucraina, infatti, la vera battaglia si gioca sul campo e nelle fabbriche, e servono azioni concrete – non solo dichiarazioni.

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