Parigi ha respinto categoricamente le accuse di pressioni su Telegram da parte di Pavel Durov, che non ha fornito alcuna prova a sostegno delle sue affermazioni
Il fondatore e amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, ha affermato che il capo dell'intelligence francese gli ha chiesto di “mettere a tacere” le voci conservatrici rumene, bandendole dalla sua app di messaggistica prima del ballottaggio presidenziale di domenica scorsa, scatenando un'ondata di disinformazione online.
Durov ha fatto queste affermazioni sui social media la mattina dopo che Nicușor Dan, un liberale pro-Ue ed ex sindato di Bucarest, ha battuto l'ultraconservatore George Simion alla presidenza rumena nel secondo turno elettorale.
Simion ha chiesto alla Corte costituzionale rumena di annullare il risultato del secondo turno, adducendo “prove inconfutabili” di ingerenze da parte di Francia, Moldova e altri. Durov si è detto disposto a “testimoniare” a favore delle affermazioni di Simion.
Euroverify ha contattato Telegram chiedendo conferma dell'autenticità delle dichiarazioni di Durov, ma non ha ricevuto risposta.
La Francia ha categoricamente respinto le accuse di Durov
Non è ancora emersa alcuna prova che dimostri la veridicità delle affermazioni di Durov e la Francia ha categoricamente respinto le accuse.
In un comunicato, domenica, il ministero degli Esteri francese ha definito le affermazioni “completamente infondate” e una “manovra diversiva dalle reali minacce di interferenza che colpiscono la Romania”, con riferimento all'annullamento del voto dello scorso novembre per attività di sabotaggio russe.
Anche il servizio di intelligence francese, noto come Dgse, ha respinto con forza le affermazioni, pur riconoscendo di avere avuto contatti con Durov “in diverse occasioni” per ricordargli “le responsabilità della sua azienda, e le sue responsabilità personali, in termini di prevenzione delle minacce terroristiche e pedopornografiche”.
Lo scorso agosto Durov, che ha origini russa ma cittadinanza francese, è stato arrestato dalle autorità francesi nell'ambito di un'indagine su accuse di frode, traffico di droga, criminalità organizzata, promozione del terrorismo e cyberbullismo su Telegram.
Da allora è sotto stretto controllo legale e gli è vietato lasciare la Francia senza autorizzazione.
Telegram è stata fondata da Durov e dal fratello maggiore Nikolai nel 2013 ed è stata sostenuta da giornalisti e attivisti per la sua forte crittografia e sicurezza.
Di recente, però, l'applicazione è stata messa sotto osservazione per la diffusione di contenuti illegali.
I procuratori francesi e belgi stanno attualmente collaborando per indagare sul ruolo di Telegram nel consentire la diffusione di contenuti illeciti, tra cui immagini di abusi su minori e propaganda terroristica.
L'applicazione ha evitato di essere soggetta alle norme più severe dell'Unione Europea, previste dal suo regolamento digitale, il Digital Services Act (Dsa).
Telegram sostiene di avere meno di 45 milioni di utenti attivi mensili nell'Ue, la soglia per essere monitorata da vicino dalla Commissione europea.
Romania, le denunce di interferenze nel voto si moltiplicano
Le elezioni presidenziali in Romania sono state ripetute a maggio dopo essere state drammaticamente annullate a novembre, quando un ultra-nazionalista poco conosciuto con tendenze mistiche, Călin Georgescu, aveva ottenuto un'inaspettata vittoria al primo turno.
La Corte costituzionale rumena aveva declassificato i rapporti dei servizi segreti che sostenevano che dietro la campagna su TikTok di Georgescu ci fosse un “attore statale”, ritenuto la Russia.
Non sono ancora emerse prove che confermino i legami della Russia con Georgescu, a cui è stato tuttavia impedito di ricandidarsi, scatenando polemiche e indignazione tra i suoi sostenitori in patria e all'estero.
Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, è stato tra le voci di spicco che hanno criticato la decisione della Corte rumena, in un discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera a febbraio.
Lo scorso dicembre, Euroverify ha individuato e smascherato le campagne di disinformazione di TikTok, che accusavano falsamente la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di essere intervenuta personalmente per annullare il voto.
La Commissione europea ha aperto un'indagine ai sensi della legge sui servizi digitali (Dsa) sul presunto ruolo di TikTok nella campagna di Georgescu, ma non ci sono evidenza che indichino che l'esecutivo dell'UE abbia avuto un ruolo nella decisione giudiziaria nazionale di annullare il voto di novembre.
Vari analisti hanno avvertito come la Romania sia particolarmente vulnerabile alla disinformazione e alle interferenze straniere in occasione di votazioni chiave.
I ministeri rumeni degli Esteri, degli Interni e della Difesa hanno accusato la Russia di aver orchestrato una campagna di propaganda che sosteneva che le truppe francesi di stanza in Romania avessero indossato le uniformi della gendarmeria rumena per interferire nelle elezioni del Paese.