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La Romania rilancia l'asse pro-Ue con la vittoria elettorale di Nicușor Dan

Il candidato alla presidenza Nicusor Dan saluta i sostenitori dopo aver vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali a Bucarest, 19 maggio 2025.
Il candidato alla presidenza Nicusor Dan saluta i sostenitori dopo aver vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali a Bucarest, 19 maggio 2025. Diritti d'autore  AP Photo
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Di Euronews
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Nicușor Dan vince le elezioni presidenziali in Romania contro il nazionalista George Simion. Una svolta filo-occidentale in un Paese chiave per l’Ue e la Nato, dopo mesi di crisi politica

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La Romania ha voltato pagina dopo una lunga e turbolenta crisi politica eleggendo, con una netta vittoria, il sindaco di Bucarest Nicușor Dan alla presidenza del Paese. Con il 53,6 per cento dei voti, Dan ha superato il leader della destra radicale George Simion, fermo al 46,4 per cento.

È stata una sfida tesa, vista da molti come un vero e proprio referendum sull’orientamento geopolitico della Romania, Paese chiave sul fianco orientale della Nato.

La vittoria di Dan, indipendente e apertamente filo-occidentale, segna un colpo decisivo contro i movimenti nazionalisti dell’Europa orientale e rappresenta un forte segnale a favore di Ue e Nato, accolto con sollievo da Bruxelles, Kiev e Chișinău. L’affluenza record ha rafforzato la legittimità del risultato: oltre 6 milioni di romeni si sono recati alle urne in un momento di profonda polarizzazione politica.

L’ex presidente rumeno Traian Băsescu ha definito la scelta "uno spartiacque tra Oriente e Occidente", sottolineando il significato strategico della vittoria di Dan anche oltre i confini nazionali.

Un voto contro l’establishment e le destre radicali

Nicușor Dan ha condotto una campagna fuori dagli schemi: da indipendente, senza l’appoggio dei grandi partiti, si è presentato con una piattaforma basata su riforme, legalità e lotta alla corruzione. Un messaggio che ha colpito nel segno, in particolare nelle aree urbane e tra i giovani.

L'esito del voto ha avuto eco anche in Polonia, dove un altro sindaco — Rafal Trzaskowski di Varsavia — ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali, segnando un altro momento favorevole per le forze pro-europee della regione.

Tuttavia, i 5 milioni di voti raccolti da Simion mostrano quanto la società romena sia ancora profondamente divisa. Nel suo discorso di concessione, il leader dell’AUR ha dichiarato che “questa è solo l’inizio”, suggerendo che il suo movimento patriottico e sovranista continuerà a rappresentare una forza politica rilevante.

Dan, nel suo discorso di vittoria, ha teso la mano proprio agli elettori di Simion: "Avete il mio pieno rispetto. Costruiamo la Romania insieme".

 I sostenitori del candidato alla presidenza Nicusor Dan con un manifesto elettorale dopo la vittoria al secondo turno delle elezioni presidenziali a Bucarest, 18 maggio 2025
I sostenitori del candidato alla presidenza Nicusor Dan con un manifesto elettorale dopo la vittoria al secondo turno delle elezioni presidenziali a Bucarest, 18 maggio 2025 AP Photo/Andreea Alexandru

Dan vince, ma Simion domina nella diaspora dell’Europa occidentale

All’estero, il voto ha mostrato dinamiche diverse. Simion ha vinto tra gli emigrati in Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Austria e Belgio, con il 55 per cento dei consensi. Ma Dan ha ottenuto risultati schiaccianti altrove: 88 per cento nella Repubblica di Moldova, 92 per cento in Ungheria, e ottimi risultati anche in Stati Uniti, Canada, Russia, Iran e Cina. L'appoggio della minoranza ungherese in Romania e il mancato sostegno del premier ungherese Viktor Orbán a Simion sono stati elementi determinanti.

Dan dovrà ora affrontare una delicata fase di transizione. La coalizione di governo uscente si è dimessa dopo il flop elettorale del proprio candidato. Il nuovo presidente ha annunciato che si prenderà diverse settimane per nominare il prossimo primo ministro, affermando: "Non voglio solo nominare un premier, voglio un governo che rispecchi la visione di una Romania moderna, onesta e responsabile".

Dan ha anche messo in guardia contro le elezioni anticipate, che Simion potrebbe rivendicare sulla scia dei suoi 5 milioni di voti. "La Romania ha bisogno di stabilità, non di nuovi scontri elettorali", ha dichiarato il neo presidente, sottolineando l’importanza di una collaborazione costruttiva con il Parlamento esistente.

La priorità ora è affrontare la crisi economica e il crescente deficit di bilancio, che minaccia la tenuta fiscale del Paese.

"Voglio solo lavorare per il Paese”

La mattina dopo la vittoria, Nicușor Dan è stato visto camminare da solo per le strade della capitale. Fermato da una troupe televisiva, ha risposto: “Vado a prendere mia figlia a scuola, le ho promesso che la sua vita non cambierà. Poi tornerò per le chiamate con i leader europei e l’incontro con il presidente ad interim Bolojan”.

Il gesto simbolico, semplice ma potente, ha confermato l’immagine di un presidente modesto, pragmatico e vicino alla realtà quotidiana, un contrasto marcato rispetto ai toni infuocati della campagna di Simion.

Il candidato alla presidenza George Simion saluta i sostenitori
Il candidato alla presidenza George Simion saluta i sostenitori Copyright 2025 The Associated Press. All rights reserved.

Simion ammette la sconfitta ma promette battaglia

Con toni più pacati rispetto al passato, George Simion ha riconosciuto la sconfitta, evitando lo scenario di proteste di massa che aveva minacciato nei giorni precedenti. "Eravamo soli contro un sistema intero. Abbiamo perso questa battaglia, ma non la nostra guerra", ha dichiarato.

Nonostante la tensione iniziale della notte elettorale, durante la quale Simion si era autoproclamato vincitore confidando sul voto della diaspora, il leader dell’AUR ha infine accettato i risultati ufficiali.

Ora il sistema politico rumeno si trova davanti a un bivio: da un lato, la spinta riformista e istituzionale di Nicușor Dan; dall’altro, l’onda lunga del nazionalismo rappresentata da Simion. Il futuro della Romania si gioca, ancora una volta, sulla tenuta delle sue istituzioni e sulla volontà di dialogo politico.

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