Solo il 16 per cento di tutti gli incontri della Commissione sono stati con Ong, anche a causa del tentativo del Ppe di impedire loro di utilizzare fondi europei per fare pressione sulle politiche comunitarie
I gruppi di pressione dell'Ue hanno tenuto 5.813 incontri tra l'inizio del nuovo mandato della Commissione europea (CE) nel dicembre 2024 e il 7 aprile 2025, secondo Transparency International EU.
Almeno un terzo di tutti gli incontri divulgati ha affrontato tematiche legate all'agenda climatica dell'Ue.
La semplificazione e la competitività sono in cima alla lista degli argomenti più popolari per le riunioni legate al clima, con 421 incontri che menzionano l'una o l'altra o entrambe.
Per contro, il Green Deal come argomento è scomparso dal panorama lobbistico dell'Ue, con soli 21 incontri che hanno menzionato esplicitamente lo storico pacchetto di legge sul clima.
L'area della politica digitale rimane un importante obiettivo di lobbying, con 492 incontri che menzionano questioni correlate, tra cui l'applicazione del Digital services Act e la legge sull'Ai.
Agricoltura, automobili, prodotti chimici, big tech e finanza dominano gli incontri con la Commissione.
Quasi il 37 per cento degli incontri con la Commissione sono stati con aziende e gruppi, mentre quasi il 30 per cento con associazioni commerciali e imprenditoriali.
Nello stesso periodo, solo il 16,21 per cento di tutti gli incontri è stato con Ong.
Gli agricoltori europei hanno avuto 34 incontri. Seguono i gruppi di pressione European Automobile Manufacturers Association e BusinessEurope, con 29 incontri ciascuno.
Le uniche tre Ong nella classifica sono il Beuc (Organizzazione europea dei consumatori), con 28 incontri, l'Ufficio europeo dell'ambiente (25) e la Federazione europea per i trasporti e l'ambiente (20).
L'accesso sbilanciato solleva dubbi
Gli esperti di Transparency International UE sostengono che la mancanza di un accesso equilibrato da parte degli stakeholder potrebbe portare a una compromissione delle politiche comunitarie. Una situazione in cui la Commissione soddisferebbe solo gli interessi di un gruppo di organizzazioni.
"Le leggi elaborate dall'Ue riguardano centinaia di milioni di persone. È fondamentale che la loro voce sia sufficientemente ascoltata nel processo decisionale", hanno dichiarato Raphaël Kergueno e Ilaria Schmoland, senior policy officer e policy assistant di Transparency International UE.
"Eppure ci troviamo in un panorama politico che cerca sempre più di limitare lo spazio civico - sia a Bruxelles che a livello nazionale".
All'inizio dell'anno, gli esponenti di destra eletti in Parlamento hanno protestato per l'uso di fondi pubblici per aiutare le organizzazioni non governative a fare pressioni sugli eurodeputati e sullo stesso esecutivo dell'Ue.
Ciò ha sollevato le critiche degli eurodeputati verdi, secondo i quali il gruppo di centro-destra del Ppe (Partito popolare europeo) starebbe abbracciando una causa vicina alla narrativa dei partiti di estrema destra.
I capigruppo del Parlamento europeo avrebbero dovuto votare su una commissione d'inchiesta sulle Ong proposta da Ecr (il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti europei) l'8 maggio, ma il voto è stato rimandato a giugno.
Nel frattempo, 600 organizzazioni della società civile hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui affermano che il loro settore sta "affrontando un attacco senza precedenti".
"L'attacco, guidato da alcuni eurodeputati del Partito popolare europeo e da gruppi di estrema destra, è alimentato dalla disinformazione", si legge nella dichiarazione della società civile.