Il Conclave ha chiuso il primo giorno senza un nuovo Papa. La prima fumata nera è quasi tradizione, ma i fedeli in piazza hanno atteso per ore una buona notizia. Occhi puntati ora alle quattro votazioni dei cardinali di giovedì
Il primo voto non è bastato ai 133 cardinali riuniti nella Cappella Sistina, da mercoledì pomeriggio, per eleggere il successore di Papa Francesco. Servivano 89 voti, ma giorni e riunioni tra i porporati elettori hanno chiarito probabilmente cosa si cerca dal nuovo Pontefice, ma non ancora chi.
Come previsto, il Conclave ha attratto decine di migliaia di persone in piazza San Pietro per seguire, sui megaschermi allestiti sul sagrato e lungo i colonnati della Basilica, tutti i passi del maestoso cerimoniale e l'esito della votazione.
Dal primo pomeriggio, quando si sono conclusi messe e giuramenti e chiusi i battenti della Sistina, gli schermi della piazza e lungo via della Conciliazione hanno smesso di guizzare di viola e di rosso dei cardinali e gli sguardi dei fedeli si sono fissati sul celebre comignolo della Cappella.
L'attesa per il nuovo Papa tra i fedeli a San Pietro
L'alta probabilità di una fumata nera nel primo giorno non ha scoraggiato ad affollare la piazza vaticana e le vie di accesso, con le postazioni dei giornalisti su via della Conciliazione che lasciavano spazio mano a mano a coppie, gruppi e famiglie, sempre più vicini gli uni agli altri, al farsi largo verso il sagrato della Basilica.
Ore 19
All'ora attesa per la prima fumata di questo Conclave, le 19, gli occhi si incollano alla diretta delle telecamere vaticane, che trasmettono una visione ravvicinatissima del comignolo della stufa, dove vengono bruciati tradizionalmente i voti espressi dai cardinali. Molti faticano a inviare le foto e i selfie, con gli occhi prima in alto e poi in basso in cerca di segnale.
Gli scatti si dovranno mettere da parte per dopo, come i video. Il tetto della Sistina è una macchia lontana a occhio nudo, le tegole rosse sfrigolano invece tra i pixel dello schermo, su cui i gabbiani che si posano sono per ora i veri protagonisti.
Una coppia di Bologna è venuta a Roma per una visita medica e ha deciso di passare in piazza. Non hanno favoriti tra i cardinali, neanche l'arcivescovo della loro città, il cardinale Matteo Zuppi.
La signora storce il naso però a pensare a un continuatore di Bergoglio, "perché dava attenzioni a molti, non proprio a tutti". Fissa il comignolo con il telefonino "in attesa di una nascita", con riferimento forse a una guida più tradizionale per la Chiesa.
Poco più avanti, una suora attende composta notizie di qualsiasi tipo, quasi scansando l'entusiasmo delle consorelle. Quando le chiediamo da dove viene, indica la bandiera avvolta al braccio. Brasile, dunque, ma al chiedere chi vorrebbe che fosse la nuova guida di quasi un miliardo e mezzo di cattolici, si chiude la bocca con un'ideale cerniera.
"Oh guarda!", scherza improvvisamente qualcuno alzando lo sguardo, come se il fumo fosse spuntato. Ma è soltanto l'ennesimo uccello atterrato sul comignolo.
Ore 20
Le luci sulla facciata della Basilica iniziano ad accendersi. C'è chi mormora che sia un segnale e che il cielo terso rosso e sgombro di nuvole stia lì per accogliere la migliore delle notizie.
"Si sta preparando qualcosa", dice Arnaldo alludendo all'ora già trascorsa oltre le previsioni della fumata. "Me lo sento", fa rivolto alla moglie e alle tre figlie, tutti arrivati dalla Sicilia, da Caltagirone, e qui da metà pomeriggio.
Scatta un applauso di incoraggiamento, il primo di una serie. Qualcuno si lamenta del ritardo, una ragazza inganna l'attesa schizzando su un'agenda le statue e la loggia di San Pietro. Le braccia tese a riprendere una novità imminente si stancano.
Una signora, che era stata qui per la canonizzazione di Giovanni Paolo II nel 2014 e i funerali di Benedetto XVI due anni fa, scappa via per l'ultima corsa della corriera che porta in provincia di Roma.
Sfila anche un gruppo di ragazzi statunitensi. "Nessuno ci giudicherà male", si giustifica uno, interrompendo anzitempo l'attesa del nuovo Papa.
Ore 20:45
La soglia psicologica della fumata entro i telegiornali della sera, e dell'ora della cena per i cardinali in Conclave, è passata. La folla è ordinata, senza canti o preghiere di gruppo. Qualche bambino è seduto per terra o dorme in carrozzina.
Ci si chiede quanto rimanere ancora. I coniugi di Bologna rinviano la prenotazione al ristorante di mezz'ora. "Se non è oggi, magari torniamo domani" e comunque cerchiano di esserci per quando il Papa si affaccerà, fa Arnaldo.
Rimane a Roma fino a sabato e la speranza è che una fumata bianca arrivi almeno venerdì. Secondo lui non "vinceranno" né il cardinale Zuppi né Pizzaballa, "sono troppo giovani, forse Parolin". Gli piacerebbe vedere di nuovo un Pontefice italiano.
La connessione Internet è migliorata e una delle ragazze siciliane riesce a fare una videochiamata alla nonna, la signora bolognese a guardare una clip del gatto mandata da casa.
Ormai è quasi buio, in prossimità del colonnato la folla è meno compatta. Da qui si vede il tetto della Cappella Sistina, non più il primo piano del comignolo con i gabbiani. Senza segnale e batteria al cellulare, è ora di andare via e guardare questa prima fumata in tv, sperando a questo punto che sia davvero nera.
Scatta un applauso, che questa volta cresce. Sono le 21 e non è di incoraggiamento. Dal comignolo esce fumo, eppure nell'oscurità potrebbe essere di qualsiasi colore. I maxischermi sono neri, la tecnologia non aiuta più.
Se fosse stato eletto un Papa, tuttavia, suonerebbero le campane. In pochi secondi resuscitano gli schermi e il fumo è scuro. La gente, sollevata, si affretta verso i varchi prima della ressa, in attesa di notizie migliori dai cardinali nei prossimi giorni.
Stasera è andata così ed è stato bello lo stesso.