Benché l'Europa resti il continente più sicuro per i giornalisti, la situazione si sta deteriorando, complici le difficoltà economiche, le scelte degli Stati Uniti e la propaganda russa. L'Italia passa dal 46esimo al 49esimo posto, secondo Reporter senza frontiere
L'informazione in Europa è sempre più in difficoltà. Sebbene il Vecchio Continente rimanga quello piazzato meglio nell'indice mondiale della libertà di stampa pubblicato venerdì dall'organizzazione non governativa Reporter senza frontiere, la situazione si sta deteriorando. Le difficoltà economiche minacciano le redazioni, soprattutto quelle indipendenti. Ma a pesare sono anche la fine degli finanziamenti in arrivo dagli Stati Uniti e il rafforzamento della propaganda russa: "Oggi Donald Trump rappresenta una minaccia tanto quanto Vladimir Putin", spiega Pavol Szalai, responsabile della regione balcanica di Reporter senza frontiere.
Ai primi posti Norvegia, Estonia e Paesi Bassi. Problemi in Grecia
Norvegia, Estonia e Paesi Bassi dominano la classifica. Al contrario, Grecia, Serbia e Kosovo risultano essere i Paesi con i punteggi più bassi: sono rispettivamente 89esima, 96esima e 99esimo. All'interno dell'Unione europea, è proprio la nazione ellenica a risultare ultima.
Secondo Szalai, "in Grecia, la libertà di stampa è minacciata dall'impunità sui crimini commessi contro i giornalisti. Mi riferisco all'assassinio del reporter Giorgos Karaivaz nel 2021. Finora c'è stato un solo processo e gli imputati sono stati assolti. Nel Paese si riscontra anche la più grande sorveglianza su giornalisti all'interno dell'Ue: più di dieci professionisti sono stati presi di mira attraverso il software di spionaggio Predator, che ha dato il nome all'ormai famoso Predatorgate".
Male l'Italia: perde tre posizioni ed è al 49esimo posto
L'Ungheria, dove a più riprese si sono verificati colpi di mano da parte delle istituzioni, si colloca al 68esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa. Reporter senza frontiere spiega che il governo di Budapest non lesina mezzi per controllare l'informazione: si calcola che ormai circa l'80 per cento delle redazioni sia controllato da persone vicine al primo ministro Viktor Orbán.
In Italia sono state perse tre posizioni rispetto all'anno precedente: nel 2024 la penisola risultava infatti 46esima, mentre oggi si è slittati al 49esimo posto. Secondo Reporter senza frontiere, la libertà di stampa ''continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nelle regioni meridionali, ma anche da diversi gruppuscoli estremisti che esercitano violenze. I giornalisti lamentano anche tentativi della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria".
L'Europa resta il continente più sicuro per i giornalisti
Ne consegue che, sebbene l'Europa rimanga la macro-area più sicura per i mezzi d'informazione nel mondo, occorre rimanere vigili. "La libertà di stampa - prosegue Szalai - si è ulteriormente deteriorata in Europa. Ciò che osserviamo, allo stesso tempo, è che permane una distanza tra il Vecchio Continente e il resto del mondo: l'Europa rimane il luogo più sicuro per i giornalisti, nonostante tutti i problemi. E uno dei motivi per cui esiste questo divario è legato alla normativa in vigore a tutela della libertà di stampa: l'adozione l'anno scorso dello European Media Freedom Act da parte dell'Unione Europea, rappresenta un passo avanti storico"
La normativa mira a rafforzare l'indipendenza delle redazioni, a proteggere le fonti, a garantire una maggiore trasparenza sulle proprietà dei media e a proteggere i giornalisti dalle forme di spionaggio. Ma non tutti gli Stati membri la applicano allo stesso modo.