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Islanda, premier Frostadóttir su dazi Usa: "Crediamo in libero scambio" ma Ue ci tuteli come mercato

Islanda, premier Frostadóttir su dazi Usa: "Crediamo in libero scambio" ma Ue ci tuteli come mercato
Diritti d'autore  Euronews
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Di Méabh Mc Mahon & Jesse Dimich-Louvet
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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In un'intervista esclusiva a Euronews, la prima ministra islandese Kristrún Frostadóttir ha ribadito il suo impegno per il libero scambio rifiutando i dazi degli Stati Uniti e ritorsioni

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La prima ministra Kristrún Frostadóttir ha chiarito che l'Islanda non si impegnerà in una guerra commerciale, sottolineando il suo impegno a favore del libero scambio di fronte ai dazi degli Stati Uniti.

"Non risponderemo imponendo nostri dazi. Crediamo nel libero scambio. Siamo una piccola economia", ha detto Frostadóttir in un'intervista esclusiva a Euronews della scorsa settimana, "speriamo che questi dazi vengano ridotti." 

Frostadóttir: timore per conseguenze dazi su commerci con Ue

L'amministrazione Trump ha deciso per un rinvio di 90 giorni dei dazi aggiuntivi imposti sui prodotti provenienti dalla maggior parte del mondo.

Del 20 per cento complessivo previsto per l'Europa, compresa l'Islanda, resta il 10 per cento di base entrato in vigore universalmente dal 5 aprile su tutte le importazioni degli Usa.

Frostadóttir ha espresso profonda preoccupazione per le potenziali ricadute sulle relazioni commerciali dell'Islanda con l'Ue. 

"Temiamo di assistere a un'escalation di questa guerra dei dazi e che ci possano essere delle ripercussioni sulle nostre relazioni commerciali con l'Ue", ha dichiarato la leader islandese durante il programma The Europe Conversation.

"È molto importante che sappiano che per le nostre relazioni future, e anche solo per mantenere aperte le catene di approvvigionamento, siamo parte del mercato interno" al pari degli altri Paesi Efta (European Free Trade Association), vale a dire Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

La prima ministra ha inoltre sostenuto la necessità dell'Ue di dimostrare "forza" nei confronti degli Stati Uniti, ma sottolineando l'importanza che eventuali misure di ritorsione non danneggino i Paesi extra blocco, compresa l'Islanda. 

Il rapporto storico dell'Islanda con l'Ue

L'Islanda ha sempre mantenuto d'altra parte le proprie responsabilità all'interno dello Spazio economico europeo (See) e tale collaborazione continua è fondamentale per la stabilità economica e il futuro del Paese, ha ribadito Frostadóttir. 

Per una piccola realtà come quella dell'isola le relazioni internazionali sono un fattore per la politica interna. Parlando del suo percorso politico, la premier ha riflettuto su questioni come welfare, diritto all’alloggio ed economia.

"Mi sono candidata con l'obiettivo di concentrarmi sulla politica interna, ma ora vediamo che la politica internazionale è diventata una delle nostre priorità: è qualcosa con cui bisogna confrontarsi quando si fa questo lavoro", ha osservato Frostadóttir.

La politica socialdemocratica, eletta a fine 2024, ha fatto dell'impegno pubblico un punto della sua campagna elettorale e poi dello stile di governo.

"Mi sono candidata con un programma che prevedeva colloqui diretti con le persone invece che solo sui social media. Abbiamo fatto viaggi in tutto il Paese, abbiamo organizzato incontri pubblici", ha ricordato la giovane premier (37 anni il prossimo mese).

Per Frostadóttir, questo approccio pratico e trasparente alla governance deve estendersi anche alle relazioni internazionali dell'Islanda. 

"Non può essere solo qualcosa che avviene in istituzioni burocratiche all'estero, lontano da noi", ha detto, "e questa sarà la sfida più grande: rendere la sicurezza dell'Islanda una questione concreta di tutti i giorni per le famiglie. Ed è quello che stiamo vivendo in questo momento."

Islanda, referendum per l'adesione all'Ue nel 2027

C'è un traguardo a cui l'Islanda guarda, vale a dire il referendum sull'adesione all'Unione europea che dovrebbe tenersi entro il 2027.

I profondi cambiamenti che scuotono l'ordine geopolitico, dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia alla guerra commerciale scatenata da Donald Trump, influenzeranno probabilmente i quasi 400mila islandesi.

Per Frostadóttir sarà necessario avere una discussione "equilibrata" su questa decisione cruciale. 

"Prima del 2027, vogliamo vedere se la nazione vuole riaprire questi negoziati (di adesione). E sono certa che l'attuale situazione geopolitica ne risentirà", ha dichiarato Frostadóttir a Euronews durante la sua prima visita ufficiale a Bruxelles, mercoledì 9 aprile.

"La mia più grande preoccupazione è che (non) riusciremo ad avere un buon dibattito su cosa significa avviare i negoziati, che avremo un dibattito polarizzato su questo tema", ha ammesso la premier. 

Alla domanda se l'Islanda si sentirebbe più sicura all'interno del blocco, Frostadóttir ha risposto che il Paese si sente già al sicuro "nella posizione in cui si trova attualmente" e ha suggerito che le deliberazioni sull'adesione debbano comprendere una gamma più ampia di argomenti, come il commercio, l'economia, la finanza e la cultura.

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