Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Difesa Ue: la sfida della frammentazione del mercato dei veicoli blindati

Un carro armato francese Leclerc durante un'esercitazione
Un carro armato francese Leclerc durante un'esercitazione Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gregoire Lory
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Nonostante la dipendenza dell'Europa dagli Stati Uniti per la difesa, l'Ue ha una certa autonomia nel settore dei veicoli blindati. Tuttavia, la frammentazione del mercato, con numerosi modelli e produttori, limita le capacità industriali e operative

PUBBLICITÀ

Sebbene l'Europa dipenda dagli Stati Uniti per la propria difesa, conserva una certa autonomia quando si tratta di veicoli blindati.

Nel complesso, gli eserciti dell'Ue dispongono di un totale di 4.262 carri armati, un numero leggermente inferiore rispetto ai 4.640 veicoli blindati degli Stati Uniti (secondo i dati di Global Firepower).

Tuttavia, la situazione varia notevolmente da un Paese membro all'altro. La Grecia è al primo posto con 1.344 veicoli, seguita dalla Polonia (614) e dalla Romania (328). In confronto, Germania e Francia contano rispettivamente 296 e 215 carri armati.

Se Atene si distingue per le storiche tensioni con la Turchia, Varsavia ha rafforzato il suo arsenale in risposta alla crescente minaccia russa.

Secondo gli esperti, le prestazioni tecniche degli equipaggiamenti europei sono paragonabili a quelle degli Stati Uniti.

"Dobbiamo stroncare sul nascere l'idea che siamo in ritardo rispetto agli americani. In Europa abbiamo il know-how, gli uffici di progettazione, le tecnologie e la ricerca scientifica che ci permettono di offrire equipaggiamenti allo stesso livello di quelli statunitensi", ha dichiarato a Euronews Alain De Neve, ricercatore presso il Royal Higher Institute for Defence di Bruxelles.

Tuttavia, l'approvvigionamento dagli Stati Uniti offre a Washington un vantaggio strategico.

"Quando si acquisiscono capacità corazzate, si ottengono anche tutti i sottosistemi necessari, come le munizioni, la manutenzione e la logistica", ha aggiunto De Neve. "Si potrebbe dire che mentre gli europei sviluppano sistemi d'arma, gli americani forniscono gli ecosistemi che li supportano".

Le attrezzature americane fanno parte di un'architettura complessa di reti, software e collegamenti tattici, che facilitano il coordinamento tra diverse forze e consentono un'azione ottimale in contesti internazionali come la Nato.

Una questione industriale

Il caso dei veicoli corazzati in Europa riflette le difficoltà che l'industria della difesa sta affrontando. Il mercato è frammentato, con diverse aziende e modelli, come il carro armato francese Leclerc, il blindato tedesco Leopard e l'italiano Ariete, ognuno con propri sistemi, il che limita le opportunità industriali comuni.

Il Leopard è un carro armato robusto, progettato per resistere a massicci attacchi terrestri e in grado di offrire una potente capacità di fuoco. Il suo obiettivo principale era quello di fornire rapidamente le forze armate che desideravano adottarlo.

Il Leclerc, equivalente francese, è un carro armato "ipertecnologico", in grado di sparare con precisione durante il movimento. Tuttavia, la sua progettazione e produzione hanno visto l'introduzione di nuove tecnologie, aumentando i costi.

"Attualmente, se consideriamo tutti i veicoli corazzati europei a disposizione dei Paesi europei, abbiamo una decina di modelli, se non di più, mentre gli americani producono solo tre o quattro modelli di veicoli corazzati simili", ha riassunto il ricercatore.

Decine di modelli europei significano formazione differente, pezzi di ricambio diversi e, quindi, manutenzione separata per ciascun veicolo. La questione della standardizzazione dell'equipaggiamento è stata sollevata da anni, ma dietro questa difficoltà si celano questioni economiche.

"Questa è una delle difficoltà principali che l'industria degli armamenti deve affrontare. Le aziende locali sono sostenute dalle autorità politiche, che hanno interesse a mantenere un numero elevato di aziende che producono modelli differenti, per ragioni economiche e occupazionali", ha spiegato Christophe Wasinski, professore presso il Centro di Ricerca e Studi di Politica Internazionale dell'Università Libera di Bruxelles (Ulb).

Nel Libro bianco sulla difesa europea fino al 2030, presentato il mese scorso, la Commissione europea propone che i 27 Stati membri effettuino acquisti comuni. Secondo la Commissione, questi ordini congiunti contribuiranno a rafforzare l'interoperabilità delle attrezzature militari tra gli Stati membri. Con l'intento di ridurre la frammentazione del mercato.

Questo strumento europeo mira anche a rinforzare la base industriale, in quanto gli ordini dovranno essere effettuati da aziende situate nell'Ue o con sede principale nell'Unione promuovendo il "Made in Europe".

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Bruxelles propone di utilizzare i fondi di coesione europei per finanziare la difesa

ReArm Europe, Italia divisa su come pagare la difesa comune e sul ruolo militare in Ucraina

Francia, il ministero degli Esteri vuole migliorare la sua reputazione, anche grazie al formaggio