Il passaggio dall'ora legale a quella solare in primavera, e viceversa in autunno, è difficile da eliminare. A complicare le cose è il fatto che i fusi orari non corrispondono all'ora solare in molti Paesi dell'Unione europea
Porre fine al cambio dell'ora stagionale non è facile, e ciò soprattutto per motivi politici. Nella notte tra sabato e domenica gli europei dormiranno ancora una volta un'ora in meno, dovendo spostare in avanti le lancette di 60 minuti per allinearsi all'ora solare. Si tratta di un'abitudine che piace a pochi, come dimostra un sondaggio del 2018, secondo il quale l'84 per cento dei cittadini europei si dice contrario.
L'84 per cento degli europei è contrario all'ora legale
Secondo studi scientifici, il cambio dell'ora può alterare il rapporto del nostro corpo con la luce solare, portando ad alterazioni dei ritmi circadiani nonché a potenziali problemi di salute. Non solo: secondo quanto spiegato a Euronews da Ariadna Güell Sans, vicedirettrice della Time Use Initiative, non è stato centrato neppure l'obiettivo originario dell'ora legale, ovvero ottenere un risparmio energetico: “È stato dimostrato che oggi non ci aiuta a diminuire i consumi, perché l'ora legale fu creata in un'epoca in cui internet non esisteva, in cui il consumo di energia era abbastanza diverso da quello attuale”.
In effetti, la Commissione europea ha cercato di porre fine al doppio cambio dell'ora che effettuiamo ogni anno, con una direttiva presentata nel settembre 2018. Il Parlamento europeo l'aveva approvata a grande maggioranza e con un ampio consenso politico: 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Successivamente, però, i Paesi membri non sono riusciti a trovare un accordo e hanno bloccato la proposta. A scoraggiare è il fatto che troppi governi vogliano agire in modo indipendente: l'Ue al contrario chiede che i cambiamenti siano simultanei, al fine di proteggere il funzionamento del mercato unico.
Secondo un consigliere del presidente Gitanas Nausėda, la Lituania potrebbe sollevare nuovamente la questione durante la sua presidenza del Consiglio dell'Unione europea nel 2027. “Crediamo ancora oggi - ha dichiarato un portavoce della Commissione europea interpellato sulla questione - che sia possibile trovare una soluzione coordinata. Incoraggiamo nuove discussioni a tale scopo, crediamo che sia meglio che gli Stati membri decidano tra di loro”.
Porre fine al cambio dell'ora non basta
Tuttavia, porre fine al cambio degli orologi significa di fatto prendere una decisione: bisogna scegliere se mantenere l'ora solare o quella legale. E qui entra in gioco la politica, poiché i fusi orari sono sempre stati influenzati da decisioni, appunto, politiche. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Germania impose il proprio fuso orario alla Francia occupata e ai Paesi del Benelux. Allo stesso modo, il dittatore Francisco Franco decise di allineare la Spagna alla Germania di Adolf Hitler.
Più recentemente, il parlamento dell'Ucraina ha annullato il passaggio all'ora legale proprio per evitare di adottare per metà dell'anno l'ora di Mosca (UTC+3), che la Russia aveva imposto ai suoi territori occupati in Ucraina. Tali scelte, però, non corrispondono necessariamente all'allineamento della cosiddetta “ora solare”. “Avremmo bisogno di essere il più possibile sul nostro fuso orario naturale. In parole povere, significa che quando sono le 12, il sole è nel punto più alto della giornata”, spiega Ariadna Güell Sans.
La proposta: quattro fusi orari in Europa
Questo non è il caso dei Paesi dell'Europa occidentale, i cui orari sono significativamente in anticipo rispetto all'ora solare. Il risultato, soprattutto in estate, sono albe e tramonti tardivi, che influenzano in modo significativo la routine quotidiana, ad esempio in Paesi come la Spagna. Ecco perché l'Iniziativa sull'uso del tempo per una società sana propone un cambiamento radicale con quattro fusi orari basati sui meridiani.
Il Regno Unito, la Francia, la Spagna e il Benelux si troverebbero sotto lo stesso fuso orario dell'Europa occidentale, che corrisponde all'attuale ora di Greenwich. L'Irlanda e il Portogallo sarebbero allineati con l'Islanda nel fuso orario delle Isole Azzorre, un'ora indietro, mentre l'intera Europa centrale e la Grecia sarebbero un'ora avanti e l'Europa orientale, compresi i Paesi baltici, due ore avanti.
Questa nuova configurazione presenterebbe tuttavia nuovi problemi; ad esempio, l'Irlanda e l'Irlanda del Nord avrebbero orari diversi, il che probabilmente provocherebbe una nuova questione politica.