Il Libano pasticcia col ritorno all'ora legale. Caos tra i cittadini

Caos in Libano per il ritorno all'ora legale
Caos in Libano per il ritorno all'ora legale Diritti d'autore AFP
Di Gianluca Martucci
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Il governo decide di rinviare all'ultimo di rinviare il cambio dell'ora per non aggravare le condizioni di chi pratica il Ramadan. Ma non tutti si allineano con la scelta di Beirut

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La decisione in extremis del governo libanese di rinviare al prossimo mese il ritorno all'ora legale per anticipare di un'ora l'ora del tramonto che segna la fine del digiuno per i musulmani che lo praticano durante il mese del Ramadan, ha mandato il paese nel caos. 

La scelta è stata comunicata dopo una riunione tra il presidente del parlamento Nabih Berri, sciita, e il primo ministro ad interim sunnita Najib Mikati. Il Paese è ora diviso tra istituti pubblici che seguono la decisione del governo, e i privati, molti dei quali si sono allineati alla maggior parte dei Paesi europei come di consueto avviene ogni anno.

Molti libanesi hanno dovuto così destreggiarsi tra orari di lavoro e di scuola con fusi orari diversi: una situazione del tutto inedita per un Paese che in longitudine misura una distanza massima di 88 chilometri. A questo si aggiunge l'opposizione da parte della Chiesa maronita, che ritiene inadeguata la scelta rispetto alla reale necessità di non appesantire ulteriormente il digiuno dei residenti musulmani del Paese. Molti tra questi ultimi, peraltro, hanno criticato la decisione in virtù del fatto che il digiuno durante il Ramadan dura dall'alba al tramonto indipendentemente dal fuso orario.

Per ricorrere adeguarsi in qualche modo alle disposizioni governative la compagnia aerea di Stato libanese, Middle East Airlines, ha annunciato alla clientela internazionale che gli orari di partenza di tutti i voli previsti dall'aeroporto di Beirut fino al 21 aprile saranno anticipati di un'ora rispetto all'ora legale vigente in gran parte d'Europa.

I due principali operatori telefonici del Paese hanno inviato messaggi ai cittadini chiedendo loro di cambiare l'impostazione dell'orario manualmente e modificare quella impostata in automatico dai loro dispositivi collegati al Gps. 

Soha Yazbek, docente presso l'Università americana di Beirut, è tra i tanti genitori che si sono trovati con i propri figli legati a orari diversi. "Lascio i miei figli a scuola alle 8 del mattino - dove non si rispetta l'orario di Beirut - ma arrivo al mio lavoro a 42 chilometri di distanza alle 7:30 e poi esco dal lavoro alle 17 ma arrivo a casa un'ora dopo, alle 19, secondo l'ora legale", scrive su Twitter.

Lo scisma hanno portato a fare battute sul definire un'orario "musulmano" e un'orario**"cristiano"**.

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