Il kit dovrebbe includere, tra l'altro, cibo, acqua e copie di documenti d'identità importanti per affrontare qualsiasi emergenza, da catastrofi ad attacchi improvvisi
L'Ue vuole che ogni Stato membro sviluppi un kit di sopravvivenza di 72 ore per i cittadini per affrontare un'eventuale crisi.
L'iniziativa fa parte di una Strategia dell'Unione per la preparazione, presentata mercoledì dalla Commissione europea, che chiede anche di aumentare le scorte di beni essenziali e di migliorare la cooperazione civile e militare.
Il documento contiene un elenco di 30 azioni concrete che l'esecutivo europeo raccomanda agli Stati membri di intraprendere per aumentare la loro prontezza contro potenziali crisi future, dalle catastrofi naturali o industriali agli attacchi da parte in ambito cibernetico o militare.
"Nell'Ue dobbiamo pensare in modo diverso, perché le minacce sono diverse, dobbiamo pensare in modo più ampio perché anche le minacce sono più grandi", ha dichiarato ai giornalisti Hadja Lahbib, commissaria Ue per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi.
Roxana Mînzatu, commissaria con in portafoglio la Preparazione, ha aggiunto che il blocco "non parte da zero".
"La pandemia Covid ha dimostrato che il valore aggiunto dell'agire insieme in modo solidale e coordinato, nel quadro dell'Unione europea, è assolutamente cruciale: è questo che ci rende più efficienti e più forti", ha dichiarato Mînzatu.
La Commissione ha esortato gli Stati membri a garantire che i cittadini dispongano di un kit di emergenza che consenta loro di essere autosufficienti per un minimo di 72 ore nel caso in cui siano tagliati fuori dalle forniture essenziali.
Diversi Stati membri hanno già linee guida sulle emergenze
La Francia richiede un kit di sopravvivenza di 72 ore che comprenda cibo, acqua, medicinali, una radio portatile, una torcia elettrica, batterie di ricambio, caricabatterie, contanti, copie di documenti importanti, comprese le prescrizioni mediche, chiavi di riserva, vestiti caldi e strumenti di base come coltelli multiuso.
Il piano della Commissione mira ad armonizzare le linee guida tra i 27 Stati membri per far sì che "tutti, a diversi livelli, abbiano, per dirla in questo modo, un manuale di cosa fare quando le sirene suonano", ha dichiarato un alto funzionario dell'Ue, parlando a condizione di anonimato.
"Il livello di preparazione nell'Unione e nei diversi Stati membri è molto diverso. La preparazione è sicuramente intesa in modi diversi nei vari Stati membri", ha aggiunto il funzionario.
Strategia Ue: aumento delle scorte di vaccini e medicinali
Un altro punto chiave della strategia è l'aumento delle scorte di attrezzature e forniture essenziali, contromisure mediche come vaccini, medicinali e attrezzature mediche, materie prime critiche per consentire la continuazione della produzione industriale o di attrezzature strategiche, e attrezzature energetiche.
Nelle scorse settimane Bruxelles ha già avanzato proposte per incrementare le scorte di medicinali e minerali essenziali, una competenza che spetta agli Stati membri.
La strategia di preparazione mira a "riunire tutto questo e a identificare come le scorte interagiscono, quali sono le esperienze comuni da cui imparare", ha dichiarato un altro alto funzionario dell'Ue, anch'egli a condizione di anonimato.
Ciò potrebbe comportare lo sviluppo di ulteriori scorte a livello europeo per la protezione civile, che si aggiungerebbero alle scorte esistenti derivanti dal meccanismo RescEU.
Ma "alcune di queste potrebbero essere a livello nazionale, altre virtuali, in pratica accordi con il settore privato, altre ancora fisiche", ha aggiunto il funzionario, "è una discussione che dobbiamo fare: qual è la migliore configurazione possibile per garantire l'obiettivo finale della continuazione di queste funzioni sociali vitali in ogni circostanza".
Ue, affrontare i "punti ciechi" nella risposta alle crisi
Anche il miglioramento del coordinamento tra le autorità civili e militari in caso di crisi è considerato una priorità fondamentale.
La Commissione ha dichiarato che istituirà un quadro di preparazione civile-militare con ruoli e responsabilità chiare e ha chiesto che vengano effettuate esercitazioni regolari per testare le migliori pratiche.
"Abbiamo molti esempi, purtroppo nella vita reale, del tipo di minaccia a cui dobbiamo essere preparati", ha detto uno dei funzionari citati, tra cui atti di sabotaggio, campagne di disinformazione e attacchi informatici.
L'identificazione dei ruoli delle autorità civili e militari è un processo già avviato, ha aggiunto il funzionario, citando gli atti di sabotaggio nel Mar Baltico.
"Ora stiamo analizzando come stiamo reagendo e dove sono i punti ciechi, dove potremmo essere più efficienti, dove potremmo essere più veloci, cos'altro potremmo fare", ha aggiunto.
Tutto questo lavoro sarà sostenuto da un nuovo Centro di coordinamento delle crisi dell'Ue e da una valutazione dei rischi e delle minacce, la cui prima pubblicazione è prevista per la fine del 2026.
Alla domanda sul perché l'esecutivo dell'Ue abbia bisogno di più di un anno per produrre questo documento, uno dei funzionari ha risposto che si tratta di un processo "complesso" con "molti contributi da parte degli Stati membri" e altre analisi settoriali rilasciate in tempi diversi.
"Per riunire tutto questo, analizzarlo e produrre un documento che sia digeribile e fornisca valore aggiunto, occorre un po' di tempo. Ecco perché non vorremmo farlo in poche settimane, perché c'è il rischio che qualcosa venga trascurato (...) e che manchino alcune analisi e informazioni".
Nel frattempo, la Commissione pubblicherà avvisi precoci ad hoc e quest'anno istituirà un cruscotto di crisi per tenere gli Stati membri aggiornati sui rischi futuri e raccogliere dati per prepararsi.