Il valore totale degli asset congelati è superiore all'intero aiuto fornito all'Ucraina dall'Ue in tre anni di guerra. Ma l'acquisizione non è priva di rischi e alcuni Stati invitano alla cautela
La società finanziaria belga Euroclear è al centro di intense discussioni politiche in seno all'Unione Europea, poiché si ritiene che il deposito di titoli detenga la maggior parte dei 258 miliardi di euro di beni russi che sono stati congelati in tutti i Paesi dell'Ue.
Le istituzioni dell'Ue sono divise sul se e come confiscare questo denaro per sostenere l'Ucraina, dopo aver versato a Kiev i primi 1,5 miliardi di euro di interessi generati da questi beni russi immobilizzati.
Alcuni Paesi membri, come Francia e Belgio, ritengono che la confisca di questi beni sarebbe illegale e invitano quindi alla cautela. Altri spingono per la confisca, che metterebbe a disposizione un importo totale superiore all'intero aiuto fornito dall'Europa all'Ucraina in tre anni di guerra.
Il dibattito è in corso anche al Parlamento europeo, che ha tenuto una discussione sulla questione mercoledì.
"Ci sono governi particolarmente coinvolti", ha dichiarato a Euronews l'eurodeputato di Renew Sandro Gozi. "Insieme alla Banca centrale europea e ad altre istituzioni dell'Ue, stanno lavorando per verificare quali siano le possibilità legali e finanziarie. È chiaro che, se non ci fossero rischi legali e di mercato derivanti dalla confisca dei fondi russi, spingeremmo per farlo immediatamente".
Le motivazioni di chi si oppone alla confisca dei beni russi congelati
Sebbene la confisca degli interessi su questi beni, un'iniziativa valutata in 3 miliardi di euro all'anno, non presenti quasi alcun rischio, alcuni ritengono che la confisca dei beni russi possa minacciare la fiducia degli investitori stranieri nella moneta unica.
Tuttavia, questa argomentazione è respinta dai legislatori degli Stati baltici, della Polonia e di altri Paesi vicini al confine russo, desiderosi di confiscare il denaro il prima possibile.
"Ogni decisione deve essere ancorata al diritto internazionale", ha dichiarato a Euronews il deputato finlandese dei Verdi Ville Niinistö. "Quindi, finché il diritto internazionale viene rispettato nella confisca, è possibile farlo. È una cosa a parte. La stabilità dell'euro e il mercato dell'euro sono molto affidabili per chiunque voglia investire".
Un altro punto di discussione è più strategico. Alcuni governi sembrano ritenere che questi fondi russi potrebbero anche dare all'Ue un certo peso in eventuali negoziati di pace.
Dovrebbero essere "parte del negoziato alla fine della guerra", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron la scorsa settimana a Washington, aprendo all'idea di usare gli asset come merce di scambio o come garanzia di sicurezza per l'Ucraina dopo un accordo di pace.