L'Europa è presente con sette Paesi nella top ten mondiale dell'equilibrio tra lavoro e vita privata. Ecco le migliori destinazioni del continente
L'equilibrio tra lavoro e vita privata è un fattore sempre più importante per chi cerca un nuovo lavoro. Un sondaggio su 10.000 lavoratori pubblicato a febbraio dalla società di consulenza Gallup ha dimostrato che il benessere personale è il fattore più importante quando si valuta un'offerta di lavoro, seguito dallo stipendio e dalla sicurezza del lavoro.
In termini di equilibrio tra lavoro e vita privata, l'Europa è considerata uno dei posti migliori al mondo.
Uno studio globale della piattaforma HR Remote ha collocato sette nazioni europee nella top ten del benessere dei dipendenti, con l'Irlanda che è risultata la destinazione migliore del continente.
La classifica non si concentra sugli stipendi o sul costo della vita, ma piuttosto su altri fattori che possono migliorare la qualità della vita, come il congedo di maternità, l'indennità di malattia, l'orario di lavoro e i diritti sociali.
L'Irlanda è in cima alla classifica
L'Irlanda ha scalato 23 posizioni rispetto all'indice di equilibrio tra lavoro e vita privata dello scorso anno, conquistando il primo posto.
"Questo enorme balzo è dovuto principalmente all'introduzione da parte del governo irlandese di un'indennità di malattia legale più generosa (entrata in vigore il 1° gennaio 2024), oltre che a un elevato punteggio di sicurezza pubblica", ha dichiarato Remote.
L'Irlanda beneficia anche di uno dei salari minimi più alti d'Europa, fissato a 13,44 euro l'ora.
L'Islanda è al secondo posto grazie a uno dei congedi annuali obbligatori più lunghi, 38 giorni, un'indennità di malattia del 100 per cento, uno dei più alti indici di felicità (7,5 su 10) e un tasso di inclusione LGBT del 93 per cento.
"Gli islandesi tendono a essere molto incentrati sulla famiglia. Questo li aiuta a raggiungere un sano equilibrio vita-lavoro, che dà priorità al tempo trascorso con i propri cari. Il Paese è anche considerato il più sicuro e il più LGBTQ+-friendly del continente", ha detto Remote.
Danimarca ai primi tre posti per la settimana lavorativa di quattro giorni
La Danimarca, uno dei pochi Paesi europei ad aver sperimentato la settimana lavorativa di quattro giorni in alcuni settori, segue l'Islanda al terzo posto. Non sorprende che il Paese abbia una delle settimane lavorative più brevi in media, appena 33,91 ore.
Il Belgio segue al quarto posto, entrando per la prima volta nella top 10 dell'indice, in parte grazie al recente aggiornamento della politica sui congedi per malattia.
La Spagna è l'unico Paese dell'Europa meridionale nella top 10, grazie a uno dei più generosi accordi per le ferie annuali (36 giorni) e a un'ottima retribuzione per il congedo di maternità: il 100 per cento dello stipendio della madre.
Una menzione d'onore va ai Paesi Bassi, che non sono entrati nella top ten per un soffio, e che offrono in media la settimana lavorativa più breve, circa 32 ore a settimana.
Orari di lavoro prolungati: impatto negativo sull'equilibrio tra lavoro e vita privata
Il rapporto mostra chiaramente che i Paesi con gli orari di lavoro più lunghi tendono a posizionarsi nella metà inferiore della classifica.
Il Montenegro, la nazione con la settimana lavorativa più lunga (43,3 ore), è al 38° posto su 41 Paesi nell'indice generale.
La Serbia, con la seconda settimana lavorativa più lunga (42 ore), è 34esima, mentre la Moldavia (39,7) è 39esima.
Congedo di maternità o equilibrio tra lavoro e vita privata?
È interessante notare che i tre Paesi con il congedo di maternità più lungo - tutti situati nei Balcani - si sono posizionati nella metà inferiore dell'indice generale di equilibrio tra lavoro e vita privata: Bulgaria (58,6 settimane di congedo di maternità), Bosnia-Erzegovina e Albania (52).
Al contrario, alcuni Paesi ai primi posti, come Germania, Belgio, Portogallo e Slovenia, hanno il congedo di maternità medio più breve.
Inoltre, l'Irlanda, che si è piazzata al primo posto nella classifica generale, ha il tasso più basso di retribuzione della maternità (27,3 per cento), seguita dal vicino Regno Unito (29,8 per cento).