Lo scorso ottobre la Corea del Nord aveva inviato tra i diecimila e i dodicimila soldati a combattere al fianco della Russia nella regione russa di confine del Kursk, ma all'inizio di gennaio le truppe erano state ritirate. Ora sarebbero ricomparse
La Corea del Nord ha inviato altre truppe nella regione russa di Kursk, ha dichiarato il National intelligence service della Corea del Sud in un breve comunicato, aggiungendo che sta cercando di determinare esattamente quanti soldati Pyongyang abbia schierato in Russia.
Secondo i media sudcoreani nella prima settimana di febbraio la Corea del Nord ha inviato altre unità militari sul campo di battaglia nella regione di confine russa dopo un temporaneo ritiro dalla zona.
Le truppe di Kiev mantengono un punto d'appoggio a Kursk dopo la loro audace incursione nell'agosto dello scorso anno, dalla quale hanno affrontato una forte pressione da parte delle forze russe che cercavano di sloggiare gli ucraini, in quella che è stata generalmente vista come un'umiliazione pubblica della capacità del Cremlino di proteggere i confini del Paese.
Il media sudcoreano JoongAng, citando numerose fonti, riferisce che tra gennaio e febbraio 2025 la RPDC ha inviato in Russia fino a tremila truppe.
Le truppe sono state trasferite da navi cargo e aerei militari russi. Sono arrivate unità di fucilieri motorizzati, di ingegneria e di ricognizione che non avevano partecipato in precedenza alle battaglie nella regione.
Il contributo militare della Corea del Nord alla guerra della Russia
In ottobre erano arrivati in Russia tra i diecimila e i dodicimila soldati nordcoreani (anche via mare) ed erano stati impiegati nelle battaglie nella regione di Kursk, secondo i rapporti dell'intelligence di Stati Uniti, Corea del Sud e Ucraina.
I soldati nordcoreani sono altamente disciplinati e ben addestrati, ma secondo gli osservatori sono diventati facili bersagli per gli attacchi dei droni e dell'artiglieria sui campi di battaglia russo-ucraini a causa della loro mancanza di esperienza di combattimento e della scarsa familiarità con il terreno.
Secondo le stime ucraine, le truppe della RPDC hanno subito perdite significative (fino a quattromila morti e feriti). All'inizio di gennaio, le truppe nordcoreane sono state ritirate dalla zona di combattimento, ma a metà febbraio sono ricomparse.
All'inizio di febbraio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che le truppe russe avevano nuovamente portato i soldati nordcoreani nella regione di Kursk e che c'erano stati nuovi assalti nella zona. Secondo lui, centinaia di soldati russi e della RPDC sono stati uccisi.
Collaborazione militare e tecnologica
L'Institute for the Study of War, un think tank con sede a Washington, ha affermato che la Russia sta inviando centinaia di suoi ufficiali in Corea del Nord, ufficialmente per la riabilitazione, ma il loro soggiorno potrebbe essere parte di un programma di addestramento militare per i soldati nordcoreani e di scambio di esperienze di combattimento.
Infine, il 19 febbraio Vadim Skibitsky del Gur (Direzione principale dell'intelligence dell'esercito ucraino) ha dichiarato che circa mille soldati dell'esercito della Repubblica Democratica Popolare di Corea vengono addestrati in Russia con nuovi equipaggiamenti militari, che ne aumentano l'efficacia in combattimento. Secondo lui l'esercito nordcoreano sta rapidamente padroneggiando tattiche e strategie moderne, tra cui i droni.
Gli esperti ucraini e occidentali affermano che le forze russe hanno utilizzato anche armi nordcoreane. La Corea del Sud, gli Stati Uniti e i loro partner temono che la Russia possa ricompensare la Corea del Nord con il trasferimento di armamenti ad alta tecnologia, in grado di potenziare notevolmente il programma nordcoreano di armi nucleari. Si prevede che la Corea del Nord riceva anche assistenza economica e di altro tipo dalla Russia.
La Corea del Nord non ha riconosciuto formalmente il suo sostegno militare alla Russia nella guerra in Ucraina.