Il caso di Gisèle Pelicot ha commosso e indignato tutta la Francia. La donna è stata drogata e fatta stuprare dal marito, che ha adescato a tale scopo decine di persone sfruttanto una piattaforma online
La Francia punta a cambiare la propria legge che punisce le violenze sessuali, con l'obiettivo di includere la questione del consenso nella disciplina in vigore. A spiegarlo è stato un gruppo di parlamentari di tutti i partiti, che si è attivato a seguito della vicenda di Gisèle Pelicot, stuprata da decine di persone adescate dal marito, che ha sconvolto il Paese.
La volontà di allineare le norme francesi a quelle di altri quattordici Stati dell'Ue
Una definizione di stupro che si basi proprio sulla mancanza di consenso concesso da parte della vittima dovrebbe dunque essere aggiunta alla normativa attuale (che parla di atto commesso su qualcuno usando "violenza, coercizione, minaccia o sorpresa"), secondo quanto annunciato dai deputati in un rapporto presentato al Parlamento transalpino martedì 21 gennaio. "A quasi deici anni dalla nascita del movimento MeToo e come appena illustrato dal processo Pelicot, la battaglia contro la cultura dello stupro deve essere una priorità e necessita di una legge più chiara", si legge nel documento. "La nuova definizione deve affermare che il consenso è specifico, deve essere dato liberamente e può essere ritirato in qualsiasi momento".
Il gruppo di esperti era guidato da Véronique Riotton del partito Renaissance del presidente Emmanuel Macron e da Marie-Charlotte Garin dei Verdi. Secondo le due parlamentari la Francia dovrebbe allinearsi alle normative di altri quattordici Stati dell'Ue - tra i quali Germania, Svezia e Spagna - che hanno appunto incluso la nozione di consenso nella loro legislazione.
L'iniziativa è stata avviata nel 2023, prima che iniziasse il più grande processo per stupro della storia francese. L'ormai ex marito di Gisèle Pelicot, Dominique, è stato condannato il mese scorso a venti anni di carcere per aver drogato la consorte e reclutato uomini per violentarla a sua insaputa per oltre un decennio. Il tribunale ha condannato anche 50 tra i violentatori, per stupro, tentato stupro e aggressione sessuale.
"In Francia un clima di impunità"
Il processo ha stimolato una riflessione nazionale sulla piaga della cultura dello stupro, grazie al coraggio mostrato da Gisèle Pelicot durante tutto il procedimento, che ha ispirato manifestazioni in tutta la Francia, galvanizzando gli attivisti che si battono contro le violenze sessuali e stimolando la richiesta di norme più severe. Il rapporto parlamentare afferma come in Francia persistano stereotipi, distinzioni tra "veri e falsi stupri" e sottolinea l'esistenza di "un clima di impunità".
L'anno scorso Macron e il suo ministro della Giustizia Didier Migaud si erano detti favorevoli ad aggiornare la legge nel senso indicato dai deputati. Tuttavia, alcuni esperti legali e attivisti per i diritti delle donne si sono detti contrari a questa modifica perché potrebbe rischiare di porre più sotto controllo il comportamento delle vittime, rispetto a quello degli accusati.
In Francia solo il 14% delle denunce di stupro sfocia in un'indagine formale, secondo uno studio dell'Istituto per le Politiche Pubbliche. I procuratori spesso non sono in grado di trovare prove sufficienti che l'autore dello stupro abbia usato violenza, minaccia, coercizione o sorpresa, come indicato dalla legge.