La Commissione europea ha dichiarato che "sono in corso riflessioni" sul ridimensionamento degli hub internazionali nell'ambito del Dipartimento per i partenariati internazionali
La Commissione europea ha dichiarato che "sono in corso riflessioni" sul ridimensionamento degli hub internazionali del Dipartimento per i partenariati internazionali.
I piani per ridurre i partenariati internazionali dell'Ue, rivelati oggi da Euronews, sono ancora in fase di negoziazione, ha dichiarato un portavoce della Commissione.
Euronews ha riferito che la presenza della Direzione generale per i partenariati internazionali (Dg Intpa) in 100 delegazioni in tutto il mondo è destinata a ridursi a 18 hub, sulla base di un documento di pianificazione interno visionato da questo servizio giornalistico.
"Le riflessioni sono in corso all'interno della Commissione e non è stata presa alcuna decisione in merito", ha dichiarato la portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Anitta Hipper, quando le sono stati chiesti i dettagli dei risparmi e dei trasferimenti di personale che i piani comportavano, rifiutando di commentare ulteriormente il documento.
Hipper ha insistito sul fatto che la presenza dell'Ue in loco negli uffici esteri sarà mantenuta, e ha affermato che si sta lavorando per verificare in che modo le delegazioni possano efficacemente attuare tutte le politiche dell'Ue, tenendo conto delle "realtà di bilancio e delle priorità politiche".
Come dovrebbe cambiare la Direzione generale per i partenariati internazionali
Secondo un documento visionato da Euronews, la Dg Intpa sta pianificando la riduzione di più di quattro su cinque dei suoi hub in tutto il mondo, passando da circa 100 delegazioni a 18 hub.
Secondo il documento, la Direzione manterrà 18 hub in Africa, Asia e America Latina/Caraibi, in aree strategiche per l'istituzione.
"È essenziale passare a portafogli più strategici e meno frammentati e a un'allocazione ottimizzata delle risorse in più Paesi", si legge nel documento.
"L'attuale modello operativo si basa sul processo di de-concentrazione, in base al quale il personale è distribuito in 'sezioni di cooperazione' all'interno di 100 delegazioni in tutto il mondo", si legge nel documento, che aggiunge: "Questo modello non soddisfa più le esigenze di una maggiore concentrazione strategica e agilità operativa".