Quasi 70mila tonnellate di terreno contaminato sono state rimosse lungo la costa della città di Kerch, dopo che una tempesta ha causato la fuoriuscita di olio combustibile da due navi russe affondate nel Mar Nero
Proseguono le operazioni di pulizia della spiaggia contaminata nella regione di Kerch, nella Crimea occupata dalla Russia. Il 15 dicembre due petroliere russe “Volgoneft” sono affondate infatti nell'omonimo stretto, nel Mar Nero, dopo essere state gravemente danneggiate a seguito di una tempesta. Una delle due navi si è addirittura spezzata in due parti.
Rimosse quasi 70mila tonnellate di sabbia e terra contaminate
Secondo le stime dell'Accademia delle Scienze russa, da ogni petroliera dovrebbero essere fuoriuscite circa 1.500 tonnellate di mazut, un olio combustibile pesante e di bassa qualità. Nell'incidente, un membro dell'equipaggio è morto per ipotermia, mentre gli altri sono stati tratti in salvo.
Il ministero russo per le Situazioni di emergenza ha fatto sapere che sette chilometri di costa nel distretto di Temryuk sono stati già ripuliti dal petrolio e che sono state raccolte e rimosse quasi 70mila tonnellate di sabbia e terra contaminate. Più di diecimila persone hanno prestato aiuto per le operazioni di pulizia, dopo che le autorità regionali hanno dichiarato lo stato d'emergenza e dopo che il presidente Vladimir Putin ha parlato senza mezzi termini di "disastro ecologico".
Lo stretto di Kerch separa la penisola della Crimea e rappresenta un'importante rotta marittima, fornendo un passaggio dal mare di Azov al Mar Nero. È stato anche un punto chiave del conflitto tra Russia e Ucraina dopo che Mosca ha annesso la penisola nel 2014. Nel 2016, Kiev ha portato Mosca davanti alla Corte permanente di arbitrato, accusando il Cremlino di aver preso illegalmente il controllo della regione.
Malesseri tra i volontari che hanno respirato fumi tossici
Mercoledì 1 dicembre, alcuni funzionari di Krasnodar hanno dichiarato che l'olio combustibile continuava a raggiungere sulle spiagge di Anapa, popolare località turistica. Il lavoro dei volontari è per questo particolarmente faticoso, e secondo alcuni media russi non filo-governativi, il sostegno da parte dello Stato non sarebbe stato adeguato. Molte delle persone che hanno aiutato a liberare le spiagge dall'olio combustibile hanno accusato mal di testa e nausea dopo aver respirato fumi tossici. Le attrezzature fornite, soprattutto in termini di misure di protezione, non sarebbe state sufficienti.
Alcuni dei volontari hanno chiesto l'invio di specialisti internazionali, evidenziando l'entità particolarmente grave dello sversamento e il probabile impatto ecologico catastrofico.