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Le industrie automobilistiche e siderurgiche dell'Ue temono i dazi di Trump

Il logo VW in una concessionaria di Neu Anspach, in Germania.
Il logo VW in una concessionaria di Neu Anspach, in Germania. Diritti d'autore  Michael Probst/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Michael Probst/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Arató László
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Secondo un recente studio, nel prossimo decennio l'industria automobilistica europea potrebbe perdere 186.000 posti di lavoro

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Se Donald Trump farà ciò che ha promesso durante la campagna elettorale, la crescita economica dell'Ue potrebbe essere seriamente compromessa.

Il presidente eletto ha ripetutamente dichiarato la sua intenzione di imporre una tariffa del 10% sui prodotti europei. Uno dei settori più colpiti sarebbe l'industria automobilistica, in particolare quella tedesca.

L'Associazione dell'industria automobilistica tedesca (VDA) afferma che è necessario fare tutto il possibile per garantire che non vengano imposte nuove tariffe statunitensi.

Il portavoce dell'associazione, Simon Schuetz, ha dichiarato a Euronews:

"Penso che entrambe le parti debbano parlare per evitare che ciò accada. Se dovesse avvenire, sappiamo entrambi cosa succederà dopo. L'Unione europea probabilmente avrà già pronte alcune misure e questo sarebbe l'inizio di un altro conflitto commerciale o qualcosa in quella direzione - dice Schuetz - E questo non è ciò di cui abbiamo bisogno. L'Europa e gli Stati Uniti devono capire che, considerando tutte le sfide geopolitiche, dobbiamo lavorare insieme e che la politica e l'economia devono essere considerate insieme".

La situazione dell'industria automobilistica in Germania è già difficile, con la Volkswagen che ha recentemente annunciato la chiusura di tre stabilimenti. Secondo un recente studio, 186.000 posti di lavoro potrebbero andare persi nel prossimo decennio a causa del passaggio dell'industria alla produzione di veicoli elettrici.

La questione irrisolta dell'acciaio e dell'alluminio

L'altro settore più colpito è quello dell'acciaio. Gli Stati Uniti e l'Europa non hanno ancora risolto completamente la questione dei dazi imposti dalla precedente amministrazione Trump, che hanno già causato un notevole crollo delle esportazioni.

Secondo l'Associazione europea dell'acciaio (EUROFER), si prospettano ulteriori negoziati lunghi e complessi.

Axel Egger, il suo direttore generale, ha dichiarato a Euronews:

"Tra Joe Biden e la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen era stata trovata una sorta di via d'uscita per affrontare i conflitti commerciali riguardanti l'acciaio con gli accordi globali sulla sostenibilità dell'acciaio e dell'alluminio. I negoziati si sono arenati da quando è iniziata la campagna elettorale negli Stati Uniti - spiega Egger - Naturalmente abbiamo sperato e speriamo ancora che i negoziati possano continuare dopo le elezioni per trovare una soluzione, perché altrimenti ricadremo nelle dure tariffe del 25% sull'acciaio europeo".

L'Associazione sottolinea inoltre la necessità di convincere il nuovo presidente degli Stati Uniti a perseguire gli obiettivi climatici, non da ultimo per il bene della sua stessa industria, visto che la produzione di acciaio e alluminio è una delle maggiori responsabili delle emissioni di carbonio.

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