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Socialisti, Verdi e Liberali contestano la Commissione Ue sui centri per il rimpatrio dei migranti

Iratxe García Pérez, leader di S&D, condanna fermamente le ultime posizioni della Commissione europea sulla politica migratoria
Iratxe García Pérez, leader di S&D, condanna fermamente le ultime posizioni della Commissione europea sulla politica migratoria Diritti d'autore  European Parliament
Diritti d'autore European Parliament
Di Vincenzo Genovese
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Gli alleati criticano il piano di Ursula von der Leyen dopo che la presidente aveva invitato i 27 a studiare "soluzioni innovative" per arginare il flusso di migranti irregolari, tra cui la creazione di centri per il rimpatrio al di fuori dei confini Ue

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La maggior parte dei gruppi politici che hanno sostenuto la rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue ha criticato la sua posizione sulla politica migratoria.

Mercoledì, durante un dibattito sulla gestione dei flussi migratori, gli eurodeputati dei Socialisti, dei Verdi e di Renew Europe hanno criticato diversi punti chiave delineati dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nella lettera inviata ai 27 leader dell'Ue prima del Consiglio europeo della scorsa settimana.

Per i Socialisti è "inaccettabile piegarsi all'estrema destra"

Iratxe García Pérez (Spagna), presidente dei Socialisti e Democratici, è stata tra le voci più critiche, chiedendo a von der Leyen di "abbandonare la sua proposta disumana e illegale di creare centri di espulsione in Paesi terzi, perché è inaccettabile piegarsi all'estrema destra per avallare un modello migratorio che viola i diritti umani".

Nella lettera del 14 ottobre, la presidente della Commissione ha proposto un piano in dieci punti che ha reso chiari i tentativi di esternalizzare alcuni meccanismi del sistema di accoglienza dei migranti.

Von der Leyen ha chiesto di intensificare i partenariati con i Paesi terzi per ridurre gli arrivi irregolari e ha proposto "modi innovativi per contrastare l'immigrazione clandestina", tra cui l'idea controversa di creare hub di rimpatrio al di fuori dell'Ue.

La presidente non era presente al dibattito di mercoledì ed è stata sostituita da Helena Dalli, commissaria europea per l'uguaglianza.

García Pérez, insieme a molti altri membri del suo gruppo, ha criticato il protocollo concordato da Italia e Albania per la costruzione e la gestione di due centri per migranti nel Paese balcanico, che von der Leyen considera un'esperienza da cui imparare.

Nessun migrante è attualmente ospitato in questi centri dopo che un tribunale italiano ha rifiutato di convalidare il trasferimento di 16 richiedenti asilo provenienti dal Bangladesh e dall'Egitto, sostenendo che le loro richieste devono essere esaminate in Italia, in virtù del fatto che i loro Paesi di origine non sono considerati Paesi terzi sicuri.

"I centri in Albania rappresentano un incubo logistico, un disastro legale, una minaccia per i diritti umani e un costo significativo", ha dichiarato l'eurodeputata S&D Cecilia Strada, del Partito Democratico.

Sebbene si occupino principalmente di valutare le richieste di asilo di alcune categorie di migranti, i centri albanesi potrebbero essere considerati come una sorta di hub per i rimpatri al di fuori dell'Ue, in quanto i richiedenti asilo respinti potrebbero essere trattenuti fino a 18 mesi in attesa di essere rimpatriati.

Anche il gruppo dei Verdi/EFA si è opposto all'idea dei centri per il rimpatrio al di fuori dell'Ue. L'eurodeputata olandese Tineke Strik ha sostenuto che "nei cosiddetti hub per il rimpatrio, le persone si troverebbero probabilmente in un limbo, in una detenzione a tempo indeterminato senza diritti o prospettive".

"È un modo per gli Stati membri di aggirare gli obblighi dell'Ue", ha aggiunto.

Posizione diverse all'interno di Renew Europe

Contrariamente agli alleati, il gruppo liberale Renew Europe ha espresso posizioni variegate.

L'eurodeputata francese Fabienne Keller, che è stata una delle relatrici del Regolamento sulla procedura di asilo (Apr), uno dei dossier chiave del Patto sulla migrazione e l'asilo concordato la scorsa primavera, ha dichiarato di essere "fermamente contraria alle cosiddette 'soluzioni innovative' dell'Ue per l'esternalizzazione dei meccanismi di rimpatrio, compresi gli hub lontani da noi: si dimostrerebbero inefficaci e ci renderebbero più vulnerabili ai ricatti dei Paesi terzi".

Altri all'interno del gruppo sono stati meno critici: alcuni hanno chiesto agli Stati membri di concentrarsi sull'attuazione del Patto sulla migrazione e l'asilo e altri, come l'olandese Malik Azmani, hanno approvato la firma di accordi con Paesi terzi, simili al controverso accordo Ue-Tunisia, per ridurre gli arrivi irregolari dai Paesi del Nord Africa.

I membri del Partito popolare europeo, alleati di Von der Leyen, hanno per lo più difeso le sue posizioni, ma la Commissione ha dovuto affrontare anche le critiche dell'estrema destra, che chiede costantemente politiche più severe in materia di asilo e rimpatri.

"Il titolo del dibattito di oggi era Gestire la migrazione in modo efficace e olistico", ha commentato l'eurodeputato italiano Paolo Borchia (Lega) del gruppo Patriots for Europe, "che è esattamente l'opposto di quello che avete fatto finora".

Il dibattito non prevedeva alcuna risoluzione da parte del parlamento.

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