Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Migranti, i leader Ue approvano l'esternalizzazione ma la linea da seguire resta vaga

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel Diritti d'autore  European Union, 2024.
Diritti d'autore European Union, 2024.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Al termine di un vertice ad alta tensione a Bruxelles, i leader dell'Ue hanno fatto segnare un cambiamento potenzialmente rivoluzionario nel modo in cui il blocco affronta la politica migratoria. L'invito è quello di "proporre soluzioni innovative"

PUBBLICITÀ

Giovedì i 27 leader dell'Unione Europea hanno dato il loro più esplicito appoggio al controverso progetto di esternalizzazione della politica migratoria, anche se hanno offerto pochi dettagli su come l'idea funzionerebbe in pratica e su come le autorità sarebbero in grado di rispettare i diritti umani mentre trasferiscono i migranti fuori dai confini del blocco.

“Dovrebbero essere presi in considerazione nuovi modi per prevenire e contrastare l'immigrazione irregolare, in linea con il diritto dell'Ue e internazionale”, hanno dichiarato i leader nelle conclusioni di un vertice durato un giorno.

Per quanto vaga, la linea è da interpretare di fatto come il via libera politico a sperimentare con le norme giuridiche stabilite e a proporre "soluzioni innovative", come alcuni leader amano definirle, per diminuire il numero di richieste di asilo, che l'anno scorso ha raggiunto un milione e 129mila, il numero più alto dal 2016.

Prima del vertice, la premier italiana Giorgia Meloni, il ministro-presidente dei Paesi Bassi Dick Schoof e la ministra di Stato danese Mette Frederiksen hanno ospitato un gruppo di Paesi considerati favorevoli all'esternalizzazione per creare un fronte comune e dare il tono alle trattative durate ore.

Il testo finale non ha incluso uno dei progetti preferiti del gruppo: la costruzione di "hub di rimpatrio" in Paesi terzi per ospitare coloro la cui domanda di protezione internazionale è stata respinta. Tuttavia, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha fatto riferimento all'idea durante una conferenza stampa, confermando che l'opzione è ufficialmente sul tavolo.

"Gli hub di rimpatrio sono stati discussi. Ci sono questioni aperte: Per quanto tempo le persone possono rimanere lì? Cosa si fa, ad esempio, se il rimpatrio non è possibile?", ha detto la presidente della Commissione europea.

Paesi sicuri e organizzazioni internazionali

Von der Leyen non ha suggerito alcuna destinazione potenziale per la costruzione di questi "hub di rimpatrio" e non ha confermato se la sua imminente proposta legislativa per accelerare le espulsioni includerà questo elemento chiave. Ma la presidente della Commissione è sembrato abbracciare l'esternalizzazione proponendo due ulteriori possibilità per spostare le procedure di asilo fuori dall'Ue.

La prima è un programma per offrire ai migranti protezione internazionale in "Paesi terzi sicuri" piuttosto che nell'Ue. In questo caso, von der Leyen ha promesso di rivedere il concetto di "Paesi sicuri".

La seconda possibilità è il sostegno finanziario all'Agenzia delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr) e all'Organizzazione internazionale per le Migrazioni (Oim) per consentire a queste organizzazioni di riportare i migranti "bloccati" nei loro Paesi d'origine.

Il presidente spagnolo Pedro Sánchez e il premier belga Alexander De Croo giovedì hanno criticato apertamente gli "hub di rimpatrio", affermando che costerebbero troppo e non risolverebbero le cause alla radice della migrazione irregolare. "La storia ha dimostrato che queste soluzioni non portano grandi risultati", ha detto De Croo.

Le dimensioni ridotte dell'opposizione, tuttavia, indicano che la marea si è definitivamente ribaltata a favore dell'esternalizzazione, nonostante i ripetuti avvertimenti delle organizzazioni umanitarie secondo cui questa procedura minerebbe il processo di asilo e alimenterebbe le violazioni dei diritti umani.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dichiarato di "vedere che le posizioni e i piani sono più convergenti, soprattutto sull'aspetto esterno della migrazione, e che c'è il desiderio di intraprendere azioni sempre più operative nel campo della migrazione".

I migranti da Bielorussia e Russia

Gli hub non sono stati l'unica questione scottante all'ordine del giorno di giovedì.

I leader hanno anche dedicato il loro tempo a discutere il fenomeno della migrazione strumentalizzata condotta dalla Bielorussia e dalla Russia attraverso il confine orientale del blocco, che Polonia, Finlandia e Stati baltici hanno subito in prima persona.

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha aperto il dibattito di giovedì presentando la sua nuova strategia contro la strumentalizzazione, che prevede una "sospensione territoriale temporanea del diritto di asilo".

Questo piano di ampio respiro, che sembra contraddire un principio fondamentale del diritto internazionale che obbliga i Paesi ad accettare ed esaminare ogni richiesta di asilo, non è stato accolto con riserve dai colleghi leader, secondo quanto riferito da diversi diplomatici.

Nelle sue osservazioni, Tusk ha detto di ispirarsi a una legge d'emergenza introdotta a luglio dalla Finlandia, che secondo gli studiosi legalizza di fatto i respingimenti.

"Capisco molto bene la proposta della Polonia e di Donald Tusk (su) come proteggere il confine dall'immigrazione strumentalizzata dalla Russia e dalla Bielorussia", ha dichiarato giovedì il primo ministro finlandese Petteri Orpo ai giornalisti.

"Un anno fa abbiamo avuto lo stesso fenomeno al nostro confine e abbiamo adottato la nostra legislazione nazionale, ma non è una soluzione sostenibile. Abbiamo bisogno di una legislazione a livello europeo contro l'immigrazione strumentalizzata".

La richiesta si è riflessa con fermezza nelle conclusioni che i leader hanno firmato, dove si afferma che "situazioni eccezionali richiedono misure appropriate" e che le frontiere esterne devono essere protette "con tutti i mezzi disponibili" e "in linea con il diritto dell'Ue e internazionale".

Ma la linea di demarcazione tra legale e illegale è stata lasciata all'interpretazione. La Commissione non ha ancora concluso la sua analisi interna del disegno di legge finlandese, rendendo impossibile valutare quanto Bruxelles sia disposta a tollerare in questo delicato frangente.

"Si tratta di attacchi ibridi da parte di attori statali e quindi Polonia e altri Stati membri devono essere in grado di proteggere la nostra unione da questi attacchi ibridi. (Questo) vale anche per la Finlandia e gli Stati baltici", ha detto von der Leyen.

"Devono essere in grado di adottare misure temporanee e appropriate. Stiamo lavorando su questo con la Polonia proprio in questi giorni".

Le conclusioni di giovedì invitano inoltre la Commissione a firmare accordi più ampi finanziati dall'Ue con i Paesi vicini per evitare che gli arrivi, in primo luogo, avvengano. Von der Leyen ha salutato l'accordo con la Tunisia come un successo, affermando che i flussi di migranti attraverso il Mediterraneo centrale sono diminuiti del 64 per cento quest'anno.

In particolare, il testo dei leader sottolinea "l'importanza dell'attuazione della legislazione Ue adottata e dell'applicazione di quella esistente", una vittoria retorica per la Commissione dopo che Polonia e Ungheria hanno giurato di ignorare la riforma dell'immigrazione completata a maggio.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

La Spagna concederà permessi a 300mila immigrati irregolari: misure contro mancanza di forza lavoro

La Spagna progetta l'apertura di un centro di accoglienza per migranti in un aeroporto in disuso

Crollo o salvataggio: i produttori di auto europei guardano all'Ue per la salvezza