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Libano, Macron: "88 Paesi francofoni chiedono un cessate il fuoco immediato", furia di Netanyahu

Il presidente francese Emmanuel Macron partecipa alla prima sessione di lavoro del 19° Vertice della Francofonia a Parigi, 5 ottobre 2024
Il presidente francese Emmanuel Macron partecipa alla prima sessione di lavoro del 19° Vertice della Francofonia a Parigi, 5 ottobre 2024 Diritti d'autore  Ludovic Marin/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Ludovic Marin/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews Agenzie: AP, EBU
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il presidente francese si fa portavoce di un appello di 88 Paesi francofoni che chiedono un cessate il fuoco immediato in Medio Oriente. Duro il commento del premier israeliano Netanyahu

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Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che 88 Paesi prevalentemente francofoni hanno chiesto collettivamente un cessate il fuoco "immediato" in Libano. In una dichiarazione precedente, il capo dell'Eliseo aveva proposto uno stop alle armi a Israele per colpire la Striscia di Gaza, sostenendo che la Francia non ne fornisce.

Parlando al 19° vertice della Francofonia a Parigi, Macron ha anche detto che il gruppo ha approvato una conferenza internazionale a sostegno del Libano, che si terrà alla fine del mese. "Abbiamo espresso la nostra solidarietà al Libano. Abbiamo chiesto all'unanimità un cessate il fuoco immediato e duraturo e abbiamo riaffermato il nostro impegno a smorzare le tensioni nella regione. Vogliamo pace e sicurezza per tutti", ha dichiarato Macron.

I capi di Stato dei paesi francofoni posano per una foto di famiglia durante un vertice a Parigi, 4 ottobre 2024
I capi di Stato dei paesi francofoni posano per una foto di famiglia durante un vertice a Parigi, 4 ottobre 2024 Ludovic Marin/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.

I commenti di Macron sono stati ripresi dal ministro degli Esteri libanese Ziad Makary, secondo cui Beirut continua a "chiedere un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica" nonostante i continui attacchi israeliani e il recente assassinio del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah.

"Gli israeliani non hanno linee rosse. Non hanno mai avuto linee rosse. Non avevano linee rosse a Gaza e non le avranno in Libano. Ma in Libano, militarmente parlando, sarà più difficile per loro entrare e stanno anche pagando un grosso prezzo", ha detto a margine del vertice. Domenica è arrivato anche il commento del premier libanese Najib Mikati che ha chiesto di fare pressione su Israele "affinché si impegni per un cessate il fuoco". Mikati ha poi lodato Macron per il suo sostegno al Libano e per la proposta di Francia e Stati Uniti di un cessate il fuoco.

Netanyahu: "Israele si difende su 7 fronti"

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha criticato i commenti di Macron, in particolare il suo suggerimento che la Francia potrebbe sospendere le vendite di armi a Israele per evitare che le armi vengano utilizzate a Gaza, affermando che Israele si sta difendendo su sette fronti.

"Mentre Israele combatte le forze della barbarie guidate dall'Iran, tutti i Paesi civilizzati dovrebbero essere fermamente al fianco di Israele. Eppure il presidente Macron e altri leader occidentali chiedono ora l'embargo sulle armi contro Israele. Si vergognino. L'Iran sta imponendo un embargo sulle armi a Hezbollah, agli Houthi, ad Hamas e agli altri suoi proxy? Certo che no. Questo asse del terrore è unito", ha detto.

La Francia è stata un sostenitore chiave di Israele, difendendo per anni il suo diritto all'autodifesa. Un rapporto sulle esportazioni di armi presentato al parlamento dal ministero della Difesa nel luglio 2023 ha mostrato che la Francia ha rilasciato 767 licenze di esportazione a Israele dal 2015. Ogni anno la Francia vende a Israele attrezzature militari per difesa del Paese per un valore medio di 20 milioni di euro. Ad aprile, 11 Ong di Parigi, tra cui Amnesty International, hanno presentato una causa in tribunale per fermare le vendite di armi della Francia a Israele, sostenendo che i civili di Gaza sono stati presi di mira. Il tribunale ha respinto la richiesta a maggio.

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