Per la prima volta in cinque anni la Guida suprema dell'Iran ha guidato la preghiera del venerdì per commemorare la morte per mano di Israele del leader di Hezbollah. L'Ayatollah contro Israele: "L'Asse della Resistenza non si tirerà indietro"
Venerdì mattina decine di migliaia di persone si sono radunate all'esterno e all'interno della moschea Iman Khomeini Grand Mosalla, nel centro di Teheran, per una rara preghiera del venerdì. I sermoni sono stati infatti pronunciati dalla Guida suprema della Repubblica islamica dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, per la prima volta in cinque anni.
Come riporta l'agenzia di stampa iraniana Mehr, la preghiera del venerdì è stata l'occasione per commemorare il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso la scorsa settimana in un raid israeliano a Beirut.
Non a caso l’ultima volta che il leader iraniano aveva guidato la preghiera era stato a seguito della morte del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Qods dei Guardiani della rivoluzione islamica, ucciso in un bombardamento statunitense all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020.
Fonti locali riferiscono che la cerimonia funebre di questo venerdì a Teheran è simbolica: c'è il massimo riserbo sulla data e il luogo del vero funerale di Nasrallah, che però si vocifera si terrà in Iraq, a Karbala, dove poi avverrà anche la sepoltura.
Cosa ha detto la Guida suprema dell'Iran Khamenei durante il suo sermone
"La pazienza strategica è finita”, ha detto Khamenei durante il suo sermone, in riferimento alla dottrina adottata a lungo da Teheran per guadagnare tempo, con l’obiettivo di aumentare la propria influenza contrattuale, politica, diplomatica e militare.
Per l’Ayatollah i Paesi musulmani hanno un nemico comune e devono “allacciare la cintura di difesa dall’Afghanistan allo Yemen, dall’Iran a Gaza e al Libano”. “Ogni Paese ha il diritto di difendersi”, ha proseguito il leader iraniano.
“L’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre è stata un’operazione legittima, così come il lancio di missili da parte di Teheran sullo Stato ebraico di martedì scorso”, che anzi è stata una "punizione minima" rispetto ai "crimini sconvolgenti" di Israele, ha continuato l’Ayatollah. Per Khamenei “le azioni di Israele hanno accresciuto la rabbia dell’Asse della resistenza e hanno rafforzato le sue motivazioni”.
“Israele rivendica la vittoria perpetuando assassinii e uccidendo civili”, ha proseguito la Guida suprema, che ha sottolineato due volte che l'Iran non "esiterà" né "procrastinerà" la sua risposta contro lo Stato ebraico. “Israele non vincerà mai contro i movimenti islamisti Hezbollah e Hamas”, ha ribadito Khamenei.
Il leader iraniano ha definito Israele un regime "vampiro" e gli Stati Uniti un "cane rabbioso" nella regione, affermando che l’attenzione di Washington per la salvaguardia della sicurezza di Israele è solo "una copertura per la loro politica di monopolizzazione delle risorse della regione”.
Khamenei ha poi esortato i combattenti libanesi e palestinesi affinché “lo spargimento di sangue non indebolisca la vostra forza” e ha affermato che la Resistenza nella regione non si tirerà indietro.