NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Riforme e fughe in avanti: perché in Slovacchia si protesta contro Fico

Cartelli contro le riforme del governo Fico in Slovacchia
Cartelli contro le riforme del governo Fico in Slovacchia Diritti d'autore Jaroslav Novak/Tlacova agentura SR
Diritti d'autore Jaroslav Novak/Tlacova agentura SR
Di Mared Gwyn Jones
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Giustizia, informazione, cultura: troppe riforme volute dal governo di Fico non vanno giù alle opposizioni, che sono scese in piazza

PUBBLICITÀ

Migliaia di manifestanti slovacchi sono scesi in piazza a Bratislava per denunciare una serie di decisioni controverse assunte dal governo. Misure che, dal loro punto di vista, rappresentano la prova di uno smantellamento dello stato di diritto e delle libertà democratiche nel Paese europeo.

Sono tre gli eventi che, negli ultimi giorni, hanno alimentato la frustrazione nei confronti del governo di coalizione diretto da Robert Fico, che comprende il partito nazionalista di sinistra Smer e il Partito nazionale slovacco (Sns), ultranazionalista.

La prima è stata l'epurazione dei direttori del Teatro nazionale slovacco e della Galleria nazionale da parte della ministra della Cultura di destra Martina Šimkovičová, che proviene dall'Sns. La stessa ministra ha giustificato il loro licenziamento citando "l'attivismo politico" e la priorità data agli artisti stranieri rispetto a quelli slovacchi nelle istituzioni culturali. I suoi oppositori l'hanno accusata di un brutale giro di vite sulla libertà di espressione.

In secondo luogo, le manovre del ministro della Giustizia Boris Susko hanno aperto la strada al rilascio dal carcere dell'ex procuratore speciale Dušan Kováčik mercoledì scorso. Nel 2022, Kováčik era stato condannato a 14 anni, poi ridotti a otto, per aver accettato una tangente da 50mila euro. Il ministro della Giustizia di Fico aveva presentato un ricorso straordinario alla Corte Suprema per garantirne il rilascio, una misura che gli oppositori politici definiscono senza precedenti.

In terzo luogo, ad agosto Fico ha dichiarato che avrebbe sciolto la National Crime Agency (Naka) - un'agenzia specializzata in indagini su reati gravi e di corruzione - che si stava occupando di casi che coinvolgevano lo stesso primo ministro.

Insorgono le opposizioni in Slovacchia

Gli organizzatori delle manifestazioni a Bratislava affermano che circa 10mila persone sono scese in piazza per protestare contro tali misure, considerate un pericolo per la democrazia.

"Gli ultimi giorni ci hanno dimostrato che la valanga che questo governo sta portando è un attacco frontale alle nostre istituzioni, allo stato di diritto e alla giustizia e, in ultima analisi, alle libertà artistiche e culturali", ha dichiarato a Euronews Lucia Yar, deputata al Parlamento europeo per il partito liberale d'opposizione Progressive Slovakia. "La gente reagisce, l'opposizione reagisce e tutti noi dobbiamo opporci chiaramente a ciò che sta accadendo".

Il partito di Yar chiede che la prossima settimana si tengano a Bratislava due sessioni parlamentari straordinarie, con un possibile voto di sfiducia per i ministri Šimkovičová e Susko. "Le ragioni si spiegano da sole", ha spiegato l'europarlamentare. "La Slovacchia è fondamentalmente sotto l'attacco del suo stesso governo".

Il partito Smer di Fico e i suoi due partner di coalizione controllano attualmente 79 seggi in parlamento, su un totale di 150. Ciò significa che è improbabile che un voto di sfiducia abbia successo.

Ma Yar ritiene che il malcontento serpeggi anche tra le fila del governo: "Stiamo sentendo che alcune persone all'interno della maggioranza non sono molto contente di ciò che sta accadendo, perché questi fatti sono certamente senza precedenti per il Paese".

Un'altra deputata europea di Slovacchia Progressista, Veronika Cifrová Ostrihoňová, ha confermato a Euronews come queste proteste rappresentino, dal suo punto di vista, una risposta a mesi di sforzi sistematici volti a minare lo stato di diritto: "Non si tratta di una misura isolata, ma di una revisione totale da parte di Fico dell'intero sistema", ha tuonato, aggiungendo che Bruxelles deve stare attenta alle continue violazioni dei principi dello Stato di diritto.

Riferendosi al rilascio dell'ex procuratore speciale Dušan Kováčik ha aggiunto: "Ciò è in diretto contrasto con la separazione dei poteri che dovrebbe essere la regola in un Paese europeo che è membro dell'Unione Europea".

Bruxelles attenta alle riforme di Fico

Non è la prima volta che il primo ministro Fico è costretto ad affrontare proteste contro il suo esecutivo. Già nel 2018 fu costretto a dimettersi in seguito a un'ondata di proteste di massa scatenate dall'omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua fidanzata, Martina Kušnírová.

Oggi, le rimostranze dei manifestanti confermano le preoccupazioni per i passi indietro dal punto di vista democratico da quando Fico è tornato al potere come primo ministro - per la terza volta nella sua carriera politica - lo scorso ottobre. Nazionalista di sinistra, Fico ha reiterato le proprie politiche e le posizioni scettiche nei confronti dell'Occidente, ma l'ha fatto con moderazione, per evitare ripercussioni da parte di Bruxelles.

A maggio è stato vittima di un grave attentato: è stato colpito allo stomaco da una pallottola a distanza ravvicinata mentre salutava i sostenitori nella città di Handlová. Negli ultimi mesi ha portato avanti riforme giudiziarie controverse, tra cui la modifica del Codice penale e lo scioglimento dell'Ufficio del Procuratore speciale. La scelta ha suscitato aspre condanne e proteste già nei mesi invernali.

PUBBLICITÀ

Il governo è stato messo sotto tiro anche per gli attacchi all'emittentepubblica RTVS - che secondo il premier sarebbe stata usata come arma contro il suo esecutivo: è stata così creata una nuova televisione, la SVTR. Ma le parti più controverse della riforma sono state abbandonate in seguito alle critiche di Bruxelles.

La Commissione europea ha finora respinto l'ipotesi di un congelamento dei fondi alla Slovacchia in risposta ai passi indietro, come ha fatto in passato per punire il governo di Viktor Orbán in Ungheria, affermando a luglio di voler dare priorità al "dialogo".

Ma secondo gli esperti è sempre più difficile per Bruxelles chiudere un occhio sulla serie di riforme portate avanti da Fico.

"La Commissione europea è stata molto attenta a non andare allo scontro con il governo slovacco, e le critiche sono state rese molto più difficili dal recente attentato allo stesso Fico", ha dichiarato a Euronews Anton Spisak, analista politico del Centro per le riforme europee.

PUBBLICITÀ

"Devono tracciare una distinzione molto accuratamente, tra il criticare legittimamente le azioni del governo, che sono in contrasto con alcuni dei principi fondamentali dell'Ue, e il non cedere all'odio contro lo stesso Fico", ha detto Spisak.

"Ma credo che con queste ultime azioni, che appaiono come un attacco molto aperto e palese alle istituzioni dello Stato, la Commissione dovrà agire prima o poi", ha aggiunto l'esperto.

Euronews ha contattato la Commissione europea per un commento, ma non ha ancora ricevuto risposta.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Bratislava: migliaia di artisti in piazza per protestare contro la ministra della Cultura

Stato di diritto: Italia, Ungheria e Slovacchia nel mirino della Commmissione europea

Slovacchia, Robert Fico appare in video online, la prima volta dopo l'attentato