Un altro corpo senza vita è stato recuperato mercoledì dalla nave Dattilo della Guardia costiera, attiva nella ricerca dei dispersi del naufragio di una barca a vela nel mar Jonio, a circa 120 miglia dalle coste calabresi. I morti sarebbero al momento otto
Continuano le operazioni di ricerca degli oltre sessanta dispersi del naufragio di lunedì di una barca a vela che trasportava migranti a circa 120 miglia dalle coste calabresi.
Dopo il ritrovamento di sei corpi senza vita martedì, nella prima serata di mercoledì il mare ha restituito un'altra vittima. Dopo lo sbarco nel porto di Roccella Ionica le salme sono state trasportate nell'obitorio dell'ospedale di Locri dove sono iniziati i primi accertamenti del medico legale e quelli finalizzati alla successiva identificazione. Dalle prime informazioni si tratterebbe di quattro uomini e due donne.
Sono invece dodici i migranti ancora in vita tratti in salvo quando l'imbarcazione ha iniziato ad affondare. Le operazioni di ricerca, oltre che con la nave Dattilo, proseguono anche con il sorvolo di mezzi aerei coordinati dal Centro Secondario di Soccorso Marittimo di Reggio Calabria.
La segretaria del Pd Elly Schlein: per il governo morti invisibili
"Passano i giorni ma continua l'assordante silenzio del governo di fronte all'ennesima tragedia dell'immigrazione: sono almeno sessanta le persone morte, tra cui - secondo il racconto dei sopravvissuti - 26 bambini, nel naufragio accaduto a 120 miglia dalla costa della Calabria". Lo scrive in una nota la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. "Alcuni sono rimasti attaccati per giorni ai resti della barca. I racconti dei soccorritori di Medici senza frontiere lasciano atterriti eppure, per il governo, sono morti invisibili. Morti che non pesano. È intollerabile ed è un silenzio ignobile", conclude la nota.