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Multa da 200 milioni di euro all'Ungheria per gravi violazioni del diritto d'asilo

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha abbracciato una posizione dura sulla politica migratoria.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha abbracciato una posizione dura sulla politica migratoria. Diritti d'autore  Omar Havana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Omar Havana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La Corte di Giustizia europea ha condannato Budapest per gravi violazione del diritto comunitario in materia di asilo. L'Ungheria deve pagare 200 milioni di euro più un milione al giorno per ogni giorno di ritardo nell'applicazione delle norme

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Giovedì la Corte di giustizia dell'Ue ha condannato l'Ungheria a pagare una multa di 200 milioni di euro e un ulteriore milione di euro per ogni giorno di ritardo per non aver rispettato le norme sull'asilo del blocco.

La Corte aveva stabilito nel dicembre 2020 che l'Ungheria non aveva rispettato le politiche del blocco per la concessione della protezione internazionale e il rimpatrio dei migranti illegali.

"Nella sua decisione, la Corte ritiene che l'Ungheria non abbia adottato le misure necessarie per conformarsi alla sentenza del 2020", si legge in un comunicato.

"Tale inadempienza, che consiste nell'evitare deliberatamente l'applicazione di una politica comune dell'Ue, costituisce una violazione senza precedenti ed estremamente grave del diritto comunitario".

Le violazioni dell'Ungheria in materia di diritto d'Asilo

L'inadempimento di Budapest riguardava la limitazione dell'accesso alla procedura di protezione internazionale, il trattenimento irregolare dei richiedenti tale protezione in zone di transito e la violazione del loro diritto di rimanere nel territorio ungherese in attesa di una decisione definitiva sul loro ricorso contro il rigetto della loro domanda, nonché l'allontanamento dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno é irregolare.

Ritenendo che l'Ungheria non si fosse ancora conformata alla sentenza del 2020 (tranne per quanto riguarda le zone di transito, che l'Ungheria aveva già chiuso prima della pronuncia di tale sentenza), la Commissione europea ha presentato un nuovo ricorso per inadempimento diretto all'applicazione di sanzioni pecuniarie.

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