I deputati della Repubblica hanno attaccato il verbale della Camera che parla di "disordini" avvenuti in aula durante i quali il pentastellato Leonardo Donno sarebbe stato colpito dal leghista Igor Iezzi. Immagini mostrano la maxirissa avvenuta durante la discussione sull'autonomia differenziata
Sono scattate le sanzioni per i deputati coinvolti nella rissa di mercoledì alla Camera. Per il leghista Igor Iezzi è stato disposto il massimo della sanzione, cioè 15 giorni di sospensione. Sette invece i giorni di sospensione per Federico Mollicone (FdI), Gimmi Cangiano (FdI) e Vincenzo Amich (Fdl), per il leghista Domenico Furgiuele e per il deputato del Pd Nicola Stumpo.
Per Leonardo Donno (M5s) invece quattro i giorni di sospensione.
Saranno sospesi per tre giorni anche Vincenzo Amendola (Pd) e Stefano Candiani (Lega). Due giorni di sospensione per Arturo Scotto e Claudio Stefanazzi del Pd.
Le dinamiche della maxirissa alla Camera dei deputati
Tensione altissima in Parlamento durante la seduta di mercoledì che prevedeva una discussione sull'autonomia differenziata, fiore all'occhiello della maggioranza di governo insieme alla riforma sul premierato.
Durante la sessione, il deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno, ha provato a consegnare un tricolore italiano al ministro degli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.
Il gesto è stato subito contrastato da un gruppo di parlamentari provenienti dai banchi della maggioranza che hanno accerchiato il politico pentastellato, il quale sarebbe stato sfiorato da alcuni pugni sferrati dal deputato della Lega Iezzi.
Dono accusa Iezzi, il legista tenta una smentita
Condanna dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha accusato la maggioranza di Giorgia Meloni per quella che ha definito "una delle pagine più brutte della storia del Parlamento".
"Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro tricolore", ha detto Conte in un messaggio su X.
Dopo l'evento il deputato pugliese Donno ha spiegato la dinamica della rissa: "Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Mollicone, Amich, Cangiano. Poi sono arrivati tanti altri, i commessi. Io sono crollato, sentivo male al petto e facevo fatica a respirare".
Dal canto suo il leghista Iezzi tenta una smentita: "Ho provato a dare cazzotti, ma non l'ho colpito. Donno ha tentato di aggredire Calderoli e ho reagito. Io mi allontano e lui dopo cade. Andrebbe condannata la sua sceneggiata".
Sospesi i lavori parlamentari
Il lavori a Montecitorio sono ripresi giovedì dopo essere stati sospesi a seguito della rissa. I membri dell'opposizione hanno fatto sentire la propria voce con degli interventi al vetriolo contro il verbale della Camera che ha descritto gli eventi accaduti come "disordini".
Ma la proposta di correggere il verbale con una dicitura alternativa è stata bocciata con 42 voti di scarto.
Intanto anche a Palazzo Madama i lavori sono stati sospesi dopo che i senatori dell'opposizione hanno messo in atto una protesta in supporto al deputato Leonardo Donno.
In aula era in corso la discussione sul premierato. Alcuni senatori di minoranza hanno provato a consegnare la bandiera italiana alla ministra delle Riforme, Maria Elisabetta Casellati, mentre i senatori di maggioranza intonavano l'inno di Mameli.
"Non è pensabile che non si accetti un tricolore", ha detto il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli, sventolando un cartello con la bandiera d'Italia.