I nazionalisti registrano un largo successo alle elezioni comunali in Serbia. Esultano la maggioranza e il presidente Vučić. L'opposizione divisa alle urne denuncia brogli, fake news e pressioni sui media
I populisti al potere in Serbia, che fanno capo al Partito progressista serbo (Sns) guidato dal presidente Aleksandar Vučić, hanno vinto le elezioni municipali tenutesi domenica in decine di città, mentre l'opposizione ha denunciato gravi irregolarità.
Sulla base del 90 per cento dello scrutinio, la vittoria è arrivata anche a Belgrado dove si sono ripetute le elezioni dello scorso dicembre che erano state contestate.
Secondo la Commissione elettorale della capitale, la lista "Aleksandar Vučić- Beograd sutra (Belgrado Domani)" ha ottenuto il 52,9 per cento delle preferenze, seguita da quella di "Savo Manojlovic - I ja sam Beograd (Anche io sono Belgrado)" con il 17,4 per cento e da quella "Biramo Beograd (Scegliamo Belgrado)" con il 12,1 per cento dei voti.
Vittoria dei nazionalisti anche a Novi Sad e Nis e nel resto della Serbia
Il primo ministro serbo, Miloš Vučević, ha dichiarato ai giornalisti che la coalizione di maggioranza a livello nazionale ha vinto in tutti i comuni interessati dal voto tranne quattro.
"Da nord a sud, da Subotica a Nis, da Uzice a est, ovunque si siano tenute le elezioni, la nostra lista 'Aleksandar Vučić - Serbia Domani' è una vittoria pura e convincente. Mi congratulo con tutti i cittadini", ha dichiarato Vučević.
Largo successo dell'Sns anche a Novi Sad e Nis, rispettivamente seconda e terza città del Paese, dove il partito di Vucic ha ottenuto il 53,1 per cento e il 44,5 per cento dei voti.
La vittoria cementerebbe l'ampio potere dei nazionalisti serbi al potere con Vučić che guida il Paese dal 2017, dopo tre anni da premier.
"Dovremo preservare il nostro Paese, la pace, ma anche la nostra libertà. Dall'altra parte, vi chiedo di tendere la mano agli avversari politici", ha dichiarato il presidente della Serbia, che è candidata all'adesione all'Unione Europea e ospiterà il prossimo Expo nel 2027.
L'opposizione in Serbia denuncia ancora brogli nelle elezioni
Politici dell'opposizione sostengono tuttavia che ci sono state gravi irregolarità nelle votazioni e anche scontri, come quelli avvenuti in un seggio elettorale a Novi Sad.
Tra le presunte irregolarità, il sospetto spostamento di scatoloni dai seggi e l'allestimento di call center per contattare gli aventi diritto al voto e convincerli ad andare alle urne.
"Questa campagna è stata caratterizzata da abusi mediatici, fake news e discorsi di odio", ha dichiarato Radomir Lazović, uno dei leader della coalizione di opposizione.
Già a dicembre, l'opposizione e osservatori elettorali internazionali avevano denunciato l'arrivo di elettori da varie parti della Serbia e persino della Bosnia su autobus organizzati dalle forze politiche al governo, una pratica irregolare secondo la prassi elettorale internazionale.
Serbia, opposizione divisa e voto boicottato da alcuni partiti
La Serbia ha rafforzato di recente i legami politici con la Federazione Russa e la Cina, una posizione che ha reso più scomodo il suo ruolo nell'Unione Europea.
Nonostante la maggioranza dell'Sns si accrediti come l'unica in grado di mantere il Paese unito e al sicuro, gruppi di opposizione hanno accusato i leader serbi anche di corruzione e di legami con la criminalità organizzata.
Una grande alleanza di opposizione, che aveva portato migliaia di persone in piazza lo scorso anno, si è spaccata e alcune sigle hanno boicottato il voto privando di una vera alternativa i 6,5 milioni di elettori serbi, la cui affluenza al voto è stata solo del 40 per cento.