Cittadino svedese da due anni in carcere in Iran rischia la pena di morte

Johan Floderus durante il processo a Tehran
Johan Floderus durante il processo a Tehran Diritti d'autore AmirAbbas Ghasemi/AP
Diritti d'autore AmirAbbas Ghasemi/AP
Di Aida Sanchez Alonso
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Il diplometico svedese Johan Floderus, in carcere da quasi due anni, in Iran rischia la pena di morte

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Johan Floderus, impiegato del Servizio per l'azione esterna dell'Unione europea, è detenuto da più di 650 giorni in una prigione iraniana dopo essere stato arrestato all'aeroporto di Teheran mentre era in visita nel Paese. 

Si ritiene sia detenuto illegalmente, vittima delle incarcerazioni arbitrarie sempre più diffuse di cittadini europei nel Paese, secondo una dinamica nota come "diplomazia degli ostaggi".

"Si tratta di un grande gioco politico in cui mio fratello viene usato come una pedina"
Ingrid Floderus
Sorella di Johan Floderus

Le dure condizioni di detenzione

Floderus ha trascorso 300 giorni in isolamento ed è tenuto in una cella con le luci accese 24 ore su 24. Per i primi dieci mesi non ha potuto contattare la sua famiglia. Dopo diversi scioperi della fame, le sue telefonate sono molto limitate e in questi quasi due anni ha avuto a disposizione solo due videochiamate, da fare obbligatoriamente in inglese.

"Come potete sentire, il mio inglese non è fluente perché sono madrelingua svedese, ma dobbiamo parlare in inglese durante quelle chiamate", spiega a Euronews la sorella di Johan, Ingrid. 

La famiglia del diplomatico ha cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica con un evento a Bruxelles. 

"Sappiamo che è sotto sorveglianza e interromperanno la telefonata se viene detto qualcosa che non gli piace, quindi è difficile per noi sapere cosa viene veramente da mio fratello e cosa forse è più o meno forzato", continua Ingrid. 

"Dalle foto del processo sembra molto diverso dal fratello che conosco. Gli manca proprio la luce negli occhi. Sembra molto più magro, molto pallido, ovviamente, dal momento che praticamente non esce mai e che non riceve molto da mangiare. Per non parlare del dolore. Dev'essere terribile stare lì dentro".

Il rischio della pena di morte

Floderus è accusato di un reato capitale: l'attività di spionaggio in favore di Israele, che prevede nei casi più gravi la pena di morte.

"È un uomo innocente - dice Ingrid Floderus -. Nessuno di noi pensa che mio fratello abbia commesso i crimini di cui è accusato. Si tratta di un grande gioco politico in cui mio fratello viene usato come una pedina, e questo, per me, è davvero inaccettabile. E credo che nemmeno noi come Paese o come Unione europea dovremmo accettarlo".

Il processo al diplomatico svedese è iniziato a dicembre e si è concluso domenica 28 gennaio, ma non è stata stabilita una data per la sentenza.

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