Accordo sulle regole fiscali nell'Unione europea: cosa prevede il Patto di stabilità

L'accordo UE per la riforma delle regole fiscali è stato possibile solo dopo che Germania e Francia hanno trovato un compromesso.
L'accordo UE per la riforma delle regole fiscali è stato possibile solo dopo che Germania e Francia hanno trovato un compromesso. Diritti d'autore Aurelien Morissard/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroMaria Psara
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

I ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Unione europea hanno trovato l'accordo per riformare le regole fiscali comunitarie, dopo l'intesa della vigilia tra Francia e Germania

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Dopo circa due ore di riunione in video-conferenza è stato trovato l'accordo sulle regole fiscali dell'Unione europea, che sostituiranno il Patto di stabilità e crescita, sospeso fino alla fine del 2023 e ora definitivamente riformato.

"Le nuove regole sono più credibili e più realistiche"
Nadia Calviño
Ministra dell'Economia della Spagna

L'asse franco-tedesco

Il negoziato è stato lungo e difficile: una corsa contro il tempo perché senza un'intesa, nel 2024 torneranno in vigore le regole del Patto di stabilità e crescita, sospese per quattro anni a causa prima del Covid-19 e poi della crisi energetica.

Lo stallo nell'accordo era determinato soprattutto dalle opposte posizioni di Francia e Germania. Berlino spingeva per riduzioni prefissate dei livelli di debito dei Paesi dell'Ue, Parigi chiedeva una maggiore flessibilità per la spesa pubblica nei settori strategici.

Nelle ultime settimane i ministri delle Finanze, Christian Lindner e Bruno Le Maire, avevano intensificato i contatti bilaterali e lo sforzo si è concretizzato nella serata del 19 dicembre, quando a Parigi hanno annunciato un compromesso. Le Maire ha poi parlato con il ministro dell'Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, per assicurarsi che i tre maggiori Paesi dell'Ue fossero d'accordo.

Il compromesso franco-tedesco ha spianato la strada ai 27 Stati membri per siglare un accordo preliminare durante la riunione in videoconferenza del 20 dicembre.

La riforma, comunque, deve ancora essere negoziata con il Parlamento europeo: un processo che dovrebbe essere relativamente veloce per garantire che le nuove regole entrino in vigore prima che i governi elaborino i loro prossimi bilanci nazionali.

Cosa prevede il nuovo Patto di stabilità

Il nuovo Patto dovrà garantire la riduzione del debito pubblico nei vari Paesi senza mettere a repentaglio gli investimenti. "Le nuove regole sono più credibili e più realistiche, perché rispondono alla realtà del mondo post-pandemia, con un incremento molto significativo dei livelli di deficit e di debito di tutti gli Stati Membri" ha detto la ministra dell'Economia spagnola Nadia Calviño nella conferenza stampa successiva alla riunione dei ministri.

Secondo l'accordo finale, ogni Paese deve presentare il proprio percorso di riduzione del debito su un periodo di quattro anni, estendibili a sette. Ma ci sono precise soglie numeriche da rispettare, come chiedevano la Germania e i Paesi nordici: ad esempio gli Stati con un debito pubblico superiore al 90%, del Prodotto interno lordo, come l'Italia, dovranno ridurlo dell'1% ogni anno.

Secondo Zsolt Darvas, senior fellow del think tank Bruegel, uno dei punti deboli della nuova architettura fiscale dell'Unione europea potrebbe essere lo scarso margine di manovra per gli investimenti nella transizione ecologica e digitale, più che mai necessari in questo periodo.

"L'Ue deve raggiungere i suoi obiettivi climatici, e per raggiungerli quasi tutti i paesi dell'Ue dovrebbero aumentare gli investimenti pubblici green di circa lo 0,5% o l'1% del Pil nei prossimi anni. Ma sfortunatamente, non ci sono eccezioni per gli investimenti green".

Meloni: "Per l'Italia Patto di stabilità migliorativo rispetto al passato"

"Nonostante posizioni di partenza ed esigenze molto distanti tra gli Stati, il nuovo Patto risulta per l'Italia migliorativo rispetto alle condizioni del passato". Lo riferisce una nota di  della premier Giorgia Meloni diffusa da Palazzo Chigi dopo la notizia del raggiungimento dell'accordo in Ue. "Regole meno rigide e più realistiche di quelle attualmente in vigore, che scongiurano il rischio del ritorno automatico ai precedenti parametri, che sarebbero stati insostenibili per molti Stati membri", prosegue la nota. "Sebbene il nuovo Patto contempli dei meccanismi innovativi volti a tener conto degli effetti di eventi esterni e straordinari nel computo dei parametri numerici da rispettare, rimane il rammarico per la mancata automatica esclusione delle spese in investimenti strategici dall'equilibrio di deficit e debito da rispettare. Una battaglia che l'Italia intende comunque continuare a portare avanti in futuro", spiega la premier.

"Grazie a un serio e costruttivo approccio al negoziato, l'Italia è riuscita, non solo nel proprio interesse ma in quello dell'intera Unione, a prevedere meccanismi graduali di riduzione del debito e di rientro daglielevati livelli di deficit del periodo Covid", commenta ancora la presidende del Consiglio. "Si terrà conto degli investimenti del Pnrr e dei maggiori costi sugli interessi causati dall'innalzamento dei tassi di interesse da parte della Bce e le spese per la difesa saranno considerate separatamente in quanto fattori rilevanti", conclude Meloni.

Michel: "Non vedo l'ora di metterlo in atto"

Con post sui social pubblicato giovedì mattina, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, saluta l'accordo politico raggiunto mercoledì all'Ecofin . "Il quadro fiscale modernizzato si tradurrà in finanze pubbliche sane con maggiori investimenti e crescita", scrive Michel sui social congratulandosi con i ministri delle Finanze dei Ventisette e la presidenza di turno dell'Ue della Spagna. "Non vedo l'ora di metterlo in atto nel 2024", aggiunge.

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