Ursula Von der Leyen promette sei miliardi di euro per le economie dei Paesi dei Balcani occidentali, che necessitano riforme politiche prima dell'ingresso nell'Ue
La presidente della Commissione europea si è impegnata a raddoppiare le economie di entrambi i Paesi nel prossimo decennio, come parte di un piano di crescita dell'Ue per i Balcani occidentali da 60 miliardi di euro, visto come un passo necessario verso l'ingresso nell'Unione.
Secondo von der Leyen, però, la strada verso l'adesione passa da necessarie riforme politiche in tutti i Paesi.
Mutuo riconoscimento fra Kosovo e Serbia
A Pristina, nella prima tappa del suo tour balcanico, von der Leyen ha auspicato la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo, messe a dura prova quando un poliziotto kosovaro è stato ucciso da truppe paramilitari armate addestrate nelle basi militari serbe a fine settembre.
Il piano di crescita dell'Unione prevede che le imprese dei Balcani occidentali ottengano l'accesso al mercato unico in sette settori in cambio di riforme fondamentali, tra cui la garanzia di un'amministrazione pubblica e di finanze solide, l'indipendenza del sistema giudiziario e la repressione della corruzione. L'8 novembre la Commissione pubblicherà una valutazione dei progressi compiuti dai Paesi nell'attuazione delle riforme.
L'Unione europea investirà inoltre denaro in investimenti strategici per incentivare tali riforme e avvicinare le economie dei due blocchi. La regione dei Balcani occidentali potrebbe vedere il suo prodotto interno lordo aumentare del 10%, ha dichiarato la presidente.
Le relazioni tra Belgrado e Pristina, tuttavia, devono essere normalizzate prima che Pristina possa beneficiare del piano di crescita o progredire nel percorso di adesione all'Ue.
"La storia dell'allargamento è una storia di Paesi che sono usciti dalla Seconda guerra mondiale. È una storia di pace, di riconciliazione e di normalizzazione delle relazioni, e quindi questo è un prerequisito per entrare nell'Unione Europea".
I leader dell'Ue, tra cui il presidente francese, il cancelliere tedesco e la premier italiana, non sono riusciti a mediare un accordo durante le discussioni sulle crescenti tensioni tra Belgrado e Pristina.
L'Ue vuole che il Kosovo istituisca una cosiddetta associazione di municipalità a maggioranza serba nel nord del Paese e che la Serbia si impegni a riconoscere de facto il Kosovo, che continua a considerare una sua provincia invece che uno Stato indipendente. Von der Leyen incontrerà il presidente serbo Aleksandar Vučić a Belgrado il 31 ottobre.
L'adesione dipende dalle riforme
"L'economia del Kosovo è pari al 27% del reddito medio dell'Ue, quindi c'è un grande potenziale non sfruttato", le parole della presidente in una conferenza stampa congiunta a Pristina con la presidente della Republica kosovara Vjosa Osmani.
"Dovremmo cercare di raddoppiare la vostra economia entro un decennio", ha promesso von der Leyen, sia a Osmani a Pristina, che a Skopje al primo ministro della Macedonia del Nord Dimitar Kovačevski. L'economia macedone è pari al 42% del reddito medio dell'Ue.
La Macedonia del Nord intanto ha già preso provvedimenti per emendare la propria costituzione al fine di riconoscere la minoranza bulgara che vive nel suo territorio e di rivedere annualmente le proprie relazioni con Sofia, in un accordo mediato dalla Francia che mira a rimuovere il veto bulgaro all'apertura dei colloqui di adesione all'Ue di Skopje.
Ma i cambiamenti sono bloccati dal principale partito conservatore di opposizione. "I primi passi sono stati compiuti nel vostro parlamento e questa è una buona notizia", ha detto Ursula von der Leyen riferendosi alla riforma costituzionale della Macedonia del Nord, "ora spero che tutti i partiti colgano questa opportunità per andare avanti, perché adesso c'è un vero e proprio slancio, in tutta l'Ue e nei Paesi che vogliono entrare nell'Unione per il processo di allargamento".