Eurocamera: l'Ungheria non ha le carte in regola per detenere la presidenza di turno Ue

Viktor Orban, il presidente magiaro
Viktor Orban, il presidente magiaro Diritti d'autore European Union, 2022.
Diritti d'autore European Union, 2022.
Di Nicolò Arpinatieuronews
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Gli europarlamentari votano a maggioranza una risoluzione non vincolante che solleva dubbi sul ruolo che Budapest dovrebbe assumere dal primo luglio.

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L'Ungheria potrebbe non svolgere credibilmente il compito di Paese presidente di turno del consiglio dell'Unione europea. È questo il timore di numerosi europarlamentari, confermato dalla risoluzione che ha incassato il sostegno dei tre principali partiti del Parlamento europeo, il PPE di centrodestra, i Socialisti e Democratici e il liberale Renew Europe.

Budapest, infatti, dovrebbe rilevare il testimone dal primo luglio 2024, ma la maggioranza degli europarlamentari ha votato a favore di una risoluzione che invita il Consiglio europeo a "intervenire per proteggere i valori condivisi".

La risoluzione è passata con 442 sì 144 no e 33 astensioni: tra i favorevoli, anche i gruppi dei Verdi e della Sinistra. Non è però giuridicamente vincolante: infatti, il Parlamento non può, in alcuna maniera, modificare l’assegnazione della presidenza di turno, compito che spetta invece al Consiglio.

"Siamo quindi ben oltre il momento dell'avvertimento: esortiamo il Consiglio ad agire", ha dichiarato l'eurodeputato Thijs Reuten: "Sarebbe un disastro se l'Ungheria esercitasse la presidenza poiché potrebbe cercare di spingere la sua agenda nell'Unione Europea".

Anche la ministra tedesca agli Affari EuropeiAnna Lührmann, ha espresso "dubbi sulla capacità dell'Ungheria di condurre una presidenza del Consiglio di successo".

I promotori della mozione, tra le altre cose, chiedono al governodi Budapestdi "allineare le elezioni agli standard internazionali, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee del 2024".

Da tempo, infatti, il governo di estrema destra di Viktor Orbán è in lotta con le istituzioni europee su diversi temi: dai diritti civili a quelli delle minoranze, dall'indipendenza del sistema giudiziario al rispetto della libertà di stampa.

Lo scorso anno, addirittura, la Commissione europea aveva ufficialmente proposto di congelare 7,5 miliardi di euro dei fondi comunitari spettanti all'Ungheria, proprio perché il Paese non aveva ancora compiuto i necessari progressi nella lotta alla corruzione.

Un primo compromesso, al riguardo, era stato raggiunto nel dicembre 2022: una prima riforma del sistema giudiziario aveva sbloccato il Pnrr magiaro. Ma il grosso dei fondi europei dovrebbe arrivare soltanto una volta completate le riforme.

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