La Commissione presenta una direttiva per contrastare le strategie di marketing di alcune aziende: i loro slogan ecologici dovranno essere sostenuti da prove scientifiche verificate in modo indipendente
"Prodotto con ingredienti naturali", "ecofriendly", "sostenibile al 100%" Sono alcuni degli slogan che si leggono sulle etichette di molti articoli nei nostri supermercati. Attirano i consumatori più attenti all'ambiente ma non sempre dicono la verità.
Il 53% delle "etichette" ambientali fornisce informazioni vaghe, fuorvianti, difficile da verificare o semplicemente infondate, secondo le stime della Commissione europea, che a questo proposito ha presentato una direttiva per contrastare il cosiddetto greenwashing, cioè l'utilizzo di una narrativa ecologista per i propri scopi.
Etichette verificate
Le aziende saranno obbligate a sostenere le loro affermazioni con prove scientifiche credibili al fine di proteggere i consumatori dal marketing ingannevole. La verifica deve essere indipendente e avvenire prima che il prodotto sia immesso sul mercato, con le informazioni facilmente accessibili tramite un QR code o un collegamento a un sito web.
"Vogliamo prima di tutto che i consumatori ricevano informazioni affidabili, coerenti e verificabili. Vogliamo etichette ambientali più trasparenti e, ovviamente, più facili da capire", ha detto in sede di presentazione il commissario europeo all'Ambiente Virginijus Sinkevicius.
La direttiva, che ora sarà negoziata tra Consiglio e Parlamento europeo, non imporrà un'unica classificazione green per tutti i prodotti nell'Unione europea, ma punta invece ad armonizzare i requisiti che si applicano alle 230 etichette in qualche modo collegabili all'ambiente presenti attualmente sul mercato.
Dalle regole di verifica è esentato l'Ecolabel, in vigore nell'Unione dal 1992, per certificare il ridotto impatto ambientale di un prodotto. Questa etichetta ecologica, infatti, soddisfa già i criteri richiesti.
Le aziende che non rispetteranno le regole e continueranno a fare greenwashing, andranno incontro a sanzioni pecuniarie, confisca degli introiti ed esclusione dagli appalti pubblici.