All'Aia un centro investigativo sulla guerra in Ucraina

Andriy Kostin, Procuratore generale dell'Ucraina (a sinistra) e Didier Reynders, commissario europeo alla Giustizia (a destra)
Andriy Kostin, Procuratore generale dell'Ucraina (a sinistra) e Didier Reynders, commissario europeo alla Giustizia (a destra) Diritti d'autore Lukasz Kobus/ EU
Diritti d'autore Lukasz Kobus/ EU
Di Isabel Marques da SilvaVincenzo Genovese
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Sarà operativo da luglio e servirà a conservare le prove del "crimine di aggressione" della Russia. Intanto l'Unione europea cerca strumenti legali per impedire l'aggiramento delle sanzioni e utilizzare i beni russi congelati

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Dal prossimo luglio un nuovo centro internazionale d'indagine si occuperà del crimine di aggressione contro l'Ucraina commesso da parte dell'élite politica russa. L'annuncio arriva dopo un incontro a Bruxelles, tra il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders e il procuratore generale dell'Ucraina Andriy Kostin.

Oggi un centro, domani un tribunale?

Il centro avrà sede all'Aia, la capitale dei Paesi Bassi che già ospita la Corte penale internazionale, e sembra possa essere il primo passo verso la creazione di un tribunale speciale per la guerra in Ucraina, un'ipotesi caldeggiata da tempo da parte del governo di Kiev.

"Il centro avrà l'obiettivo di conservare e preservare le prove per processi futuri. Ovviamente l'obiettivo è trovare la giurisdizione adeguata per un tribunale speciale, come richiesto dall'Ucraina, o un'altra forma di tribunale", ha detto il commissario Reynders.

Beni e sanzioni

Al momento esiste una task force al lavoro sui 21,5 miliardi di euro di beni privati congelati a ricchi cittadini russi e bielorussi, a cui si aggiungono 300 miliardi di euro di asset Banca centrale russa nell'Unione europea e nei Paesi del G7. Non è ancora chiato se e come sia possibile legalmente utilizzare queste somme per la ricostruzione dell'Ucraina e per il risarcimento delle vittime del conflitto.

Un'ipotesi potrebbe essere investirle sul mercato, in modo da ottenere proventi e destinarli agli ucraini, mentre il capitale originario rimane intatto.Andriy Kostin, Procuratore generale dell'Ucraina, insiste su questa soluzione.

"I beni nazionali russi sono il modo migliore e più giusto per risarcire i danni causati dall'aggressione. Perché sono lo Stato russo e tutte le autorità statali della Federazione Russa ad aver commesso l'atto di aggressione".

Bruxelles intanto lavora a una nuova direttiva per ampliare l'elenco dei "crimini dell'Ue", quelli cioè che che minano i valori comuni e i diritti fondamentali dell’UE, come sancito dagli articoli 2 e 6 del Trattato sull’Unione europea e della Carta dei diritti fondamentali.

L'inclusione dell'aggiramento delle sanzioni contro la Russia in questa lista consentirebbe alle autorità nazionali di confiscare beni e società di chi non rispetta le misure restrittive.

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