La fredda accoglienza della Svezia ai migranti

Il 5,6% della popolazione svedese è composto da persone extra-comunitarie
Il 5,6% della popolazione svedese è composto da persone extra-comunitarie Diritti d'autore Andres Kudacki/AP
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Di Isabel Marques da SilvaVincenzo Genovese
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Il governo di Stoccolma ha un accordo di cooperazione parlamentare con l'estrema destra che lo spinge ad adottare posizioni rigide. Poche chances di un nuovo patto europeo sulle migrazioni a livello europeo

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Un Paese con una lunga tradizione di accoglienza, dove ora, però, qualcosa è cambiato. È la Svezia, dove dal 2016 una narrativa anti-migranti ispirata da alcune formazioni politiche rende le cose più difficili agli stranieri. Lo spiega a Euronews George Joseph, Amministratore delegato di Caritas Svezia.

“La maggior parte dei sondaggi mostra che fino a pochi anni fa circa il 60% della popolazione era favorevole all'immigrazione. Ora è tutto diverso. Anche a causa della narrativa negativa dei leader politici, che mette in relazione l'immigrazione con la criminalità e con tutto ciò che va male nella società. Così tutte le colpe sono dei migranti.

Migranti, Addio

Il Paese nordico ospita circa 579mila cittadini di Paesi non europei, pari al 5,6% della propria popolazione: un dato in linea con la media dell'Ue. Secondo i dati forniti dalla Caritas, 600mila di loro hanno una propria attività e contribuiscono all'economia nazionale,, ma ora incontrano sempre più diffidenza. Julius Ntobuah, che lavora aiutando le persone con disabilità, è arrivato dal Camerun 8 anni fa e può raccontare la graduale trasformazione del Paese in cui vive.

"Tutti sappiamo che con il nuovo governo in carica il messaggio ai migranti è 'Addio: La Svezia è piena, non vogliamo più persone'. Il che è un peccato perché eravamo un paese molto accogliente e generoso. Ma con il passare del tempo, le leggi sull'immigrazione stanno diventando sempre più rigide. A uno straniero consiglierei di non venire, perché non è più un posto accogliente questo".

Stallo in Europa

Il nuovo governo di Stoccolma, entrato in carica a metà ottobre, è una coalizione di destra che ha un accordo di cooperazione parlamentare con i Democratici svedesi, partito di estrema destra arrivato secondo alle elezioni.

Ciò implica posizioni dure sull'immigrazione e poca voglia di perseguire, nel semestre di presidenza svedese dell'Unione europea, il Migration Pact, pacchetto di riforme della politica migratoria volto ad aumentare la solidarietà tra i Paesi membri e la collaborazione nella gestione dei migranti.

Nonostante le pressioni da parte del Parlamento europeo e di alcuni Stati, come l'Italia, Stoccolma non darà priorità al tema della migrazione. Se ne discuterà al prossimo Consiglio europeo di febbraio, ma le decisioni sarannorimandate probabilmente al secondo semestre dell'anno, durante la presidenza spagnola, come ha già fatto capire in un'intervista l'ambasciatore svedese a Bruxelles.

Troppi nuovi arrivi potrebbero anche rappresentare un rischio per i salari locali, avverte il ministro del Lavoro e dell'Integrazione svedese Johan Pehrson, intervistato da Euronews.

"Bisogna mantenere l'immigrazione a un livello socialmente accettabile, con stipendi dignitosi, in linea con le riforme che abbiamo introdotto in Svezia per essere sicuri che le persone lavorino per una paga decente".

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