Il dibattito sull'inizio della presidenza francese nell'Ue ha rischiato di trasformarsi in un ring per la campagna elettorale in Francia
Dibattito animato all'interno del Parlamento europeo in occasione del discorso di Emmanuel Macron in apertura del semestre di presidenza francese del Consiglio dell'Unione europea.
Ambiente, diritto all'aborto, difesa europea sono i principali temi toccati dal presidente francese. Gli attacchi più feroci sono arrivati proprio dagli eurodeputati suoi connazionali e c'era da aspettarselo, dato che in Francia tra tre mesi ci sono le elezioni presidenziali. Alcuni politici francesi avevano chiesto a Macron di rinviare il semestre di presidenza a dopo le elezioni, ma Macron - che da sempre si è definito un europeista convinto - non gli ha prestato ascolto.
"Come osa parlare dei diritti delle donne, mentre sostiene una candidata anti-abortista al Parlamento europeo? - dice l'eurodeputata Manon Aubry del partito di sinistra La France insoumise - Come osa parlare di ecologia mentre avete sostenuto Orban sul gas e il nucleare?".
Il candidato ecologista alla presidenza francese Yannick Jadot, nonché eurodeputato, attacca: "Lei ha seguito la via dell'alleanza contro l'ambiente con Polonia e Ungheria. Resterà nella storia come il presidente della non azione climatica. Ha procastinato come ha fatto Meryl Streep nel film Don't look up".
Questo colpo basso è stato però stigmatizzato dall'emiciclo, che ha chiesto di rimanere su temi europei.
I socialdemocratici hanno accolto con favore la proposta di Macron di riformare la Carta europea dei diritti fondamentali per introdurre il diritto all'aborto. Ma in termini di politica estera chiedono di fare di più.
Per i popolari Macron è sulla strada giusta, ma chiedono azioni concrete per rafforzare la sovranità europea, dato che Macron parla ancora della necessità di dialogare con la Russia.
Dopo il dibattito in aula, Macron ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa, ma ha rifiutato qualsiasi domanda. Un gruppo di giornalisti ha lasciato la stanza per protesta.