In dirittura d'arrivo la discussione fra Ue, Ungheria e Polonia

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La Corte di Giustizia Europea dirà la sua sulla controversia circa lo stato di diritto con Varsavia e Budapest

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La Corte di giustizia europea ha avviato le udienze sul caso inerente il meccanismo dello stato di diritto nella UE.

I 27 Stati membri hanno concordato lo scorso dicembre sulla condizionalità, ma Ungheria e Polonia hanno impugnato il nuovo sistema presso la corte del Lussemburgo.

Questo nuovo strumento giuridico consentirà all'UE di sospendere i fondi per uno Stato membro, in caso di uso improprio sistemico dei fondi euroei e dei 750 miliardi del fondo di recupero. Ma la condizionalità non è correlata alle questioni tradizionali dello stato di diritto come la libertà dei media o la concentrazione del potere.

Gwendoline Delbos-Corfield, eurodeputata, relatrice per HUngarz al PE: "La preoccupazione circa il Recovery Fund riguarda il fatto di come venga utilizzato il denaro europeo. È molto semplice. Ci dev'essere una buona gestione del denaro pubblico. Tutti gli Stati membri europei devono accettare insieme di essere solidali e quelli che hanno di più devono dare a coloro che hanno di meno. Abbiamo bisogno di trasparenza su come viene utilizzato questo denaro. Bisogna garantire che questo denaro venga utilizzato per i beneficiari giusti".

La condizionalità non verrà applicata dalla Commissione europea finché i giudici non l'avranno approvata. Ma dopo il via libera dei giudici è molto probabile che venga usato presto contro Ungheria e Polonia: e potrebbe comportare tagli ai loro fondi.

Sia Varsavia che Budapest hanno visto bloccati i loro fondi di recupero a causa delle preoccupazioni suscitate dall'indipendenza della giustizia e sulla lotta alla corruzione.

Dopo le udienze di questa settimana, il prossimo passo sarà la pubblicazione del parere dell'avvocato generale seguito dalla sentenza stessa. Non ci sono indicazioni chiare su quando ciò potrebbe accadere, ma il tribunale sta utilizzando una procedura accelerata.

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