Commissione Europea contro Google, secondo round

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Diritti d'autore GABRIEL BOUYS/AFP
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Di Alberto De Filippis
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Il colosso di mountain view si diifende contro la mostruosa multa da oltre 4,34 miliardi di euro

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I due pugili si affrontano di nuovo. Secondo round dello scontro legale tra Google e la Commissione Europea. Iniziata in Lussemburgo, dinanzi al Tribunale dell'Unione Europea, la difesa del colosso tecnologico americano Google contro la sanzione record di 4,34 miliardi di euro inflittagli nel 2018 dalla Commissione Europea, per abuso di posizione dominante attraverso il suo sistema operativo Android. La società di Mountain View sostiene di raggruppare le app per sostenere i costi di sviluppo e manutenzione dell'infrastruttura.

Spiega Alexandre de Cornière professore associato a Tolosa:  “È vero che Google ha investito molto nell'ecosistema Android, ha permesso a questo sistema di prosperare. Quello che però non va giù alla commissione europea è che Google abbia abusato della sua posizione dominante imponendo alcune restrizioni ai suoi diciamo appaltatori, ai produttori di telefonini. Restrizioni che rendono più difficile per i rivali di Google l'ingresso nel mercato dei motori di ricerca, l'uso di browser rivali e la loro installazione sui sui telefonini da parte dei produttori.

La Commissione ha anche accusato Google di aver pagato alcuni grandi produttori e alcuni grandi operatori di reti mobili per preinstallare l'app di Ricerca Google esclusivamente sui loro dispositivi. E l'atteggiamento di Google non irrita solo l'Unione europea. Anche il governo Biden è stanco di certe pratiche. C'è quindi l'inizio di un'unità di intenti tra Washington e Bruxelles.

Continua Alexandre de Cornière:  "Dall'inizio dell'amministrazione Biden abbiamo assistito ad alcuni grandi cambiamenti, ora le grandi aziende tecnologiche sono sotto il fuoco del regolatore negli Stati Uniti, un fuoco persino più intenso che in Europa. Ci sono minacce di verso le aziende che potrebbero essere dissolte e ci sono tante azioni legali contro di loro. Penso che ciò che stiamo vedendo sia una sorta di convergenza. Forse gli Stati Uniti stanno assumendo un ruolo guida nella lotta contro le big tech”.

Le udienze continueranno per tutta la settimana con Google determinato però a vendere la pelle a caro prezzo.

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