Perché Bruxelles ha deciso di far causa ad Astra Zeneca

Il quartier generale di AstraZeneca
Il quartier generale di AstraZeneca Diritti d'autore Kirsty Wigglesworth/AP2009
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Di Jorge Liboreiro(edizione italiana: Antonio Storto)
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L'azione mira a spingere l'azienda anglo-svedese ad un aumento delle consegne, ma in seguito la relazione con Bruxelles è probabilmente destinata a interrompersi

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La Commissione europea ha avviato un'azione legale contro Astra Zeneca per quello che considera un fallimento nel "garantire una consegna tempestiva" delle dosi di vaccino anti-covid.

La mossa drastica segue settimane di tensioni, critiche e accuse incrociate tra Bruxelles e l'azienda anglo-svedese, che in gran parte hanno avuto luogo sotto gli occhi della pubblica opinione.

Cerchiamo dunque di capire come abbia fatto la relazione tra Unione Europea e Astra Zeneca ad arrivare al minimo storico.

Quali erano i termini del contratto?

La Commissione europea ha raggiunto un accordo con Astra Zeneca nell'agosto dello scorso anno per l'acquisto di 300 milioni  di dosi del suo vaccino contro il coronavirus. L'accordo è stato firmato a nome dei 27 stati membri e includeva un'opzione per comprare altri 100 milioni di dosi. I 300 milioni di dosi dovevano essere consegnati nel corso del 2021.

Astra Zeneca aveva sviluppato il vaccino in collaborazione con l'Università di Oxford utilizzando la tecnologia dei vettori virali. Questa tecnica utilizza una versione modificata di un virus diverso (il vettore) per consegnare importanti istruzioni alle cellule umane con lo scopo di stimolarne l'immunità.

L'azienda anglo-svedese ha presentato il suo farmaco come un'alternativa economica e facile da gestire rispetto ai prodotti sviluppati da Pfizer-Biontech e Moderna, che si basano su una complessa tecnologia mRNA e richiedono una conservazione ultra-fredda. Al contrario, il vaccino di AstraZeneca può essere conservato all'interno di normali frigoriferi a temperature comprese tra 2 e 8 gradi Celsius.

Secondo una tabella trapelata l'anno scorso da un funzionario belga, la Commissione europea avrebbe dovuto pagare 1,78 euro per ogni dose di Astra Zeneca, una differenza importante rispetto al prezzo di 12 euro negoziato con Pfizer-Biontech. Questo ha reso il vaccino un'opzione attraente per i paesi dell'UE attenti al budget, come Bulgaria, Croazia e Paesi Bassi.

Cosa è successo con le consegne?

L'UE ha iniziato il suo lancio del vaccino alla fine di dicembre, in quello che il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiamato "V-Day". Ma, fin dall'inizio, è stato chiaro che Astra Zeneca era in affanno per rispettare la tabella di marcia delle consegne per il primo trimestre del 2021, che ammontava a 90 milioni di dosi. L'azienda ha fatto diversi annunci a gennaio tagliando i suoi obiettivi fino a 30 milioni di dosi.

La notizia ha fatto infuriare la Commissione e ha causato sgomento tra i governi nazionali, che avevano pianificato la prima fase della loro campagna di inoculazione intorno ai vaccini Astra Zeneca e Pfizer. Ben presto, i funzionari hanno pubblicamente accusato l'azienda di inviare al Regno Unito dosi prodotte in stabilimenti UE, a scapito della stessa Unione europea.

Appena un mese dopo il 'V-Day', la Commissione europea ha introdotto un meccanismo di controllo delle esportazioni per aumentare lo scrutinio sulla produzione di vaccini all'interno del blocco, una mossa che è stata da tutti interpretata come un deciso tentativo di reindirizzare le dosi di Astra Zeneca verso i paesi dell'UE. Settimane dopo, l'Italia ha bloccato una spedizione di 250.000 dosi destinate all'Australia.

La distribuzione di Astra Zeneca ha subìto un'altra battuta d'arresto quando molti paesi europei hanno deciso di smettere di usare il vaccino per indagare su casi, per verità molto rari, di coaguli di sangue. L'Agenzia Europea dei Medicinali ha poi trovato un "possibile legame" tra il prodotto Astra Zeneca e tali eventi clinici, ma ha insistito che i benefici dell'uso del vaccino continuano ampiamente a superare i rischi. L'inoculazione di Astra Zeneca è quindi ripresa nella maggior parte dei paesi UE, anche se con alcune limitazioni.

Perché la Commissione europea ha intrapreso un'azione legale ora?

Secondo gli ultimi numeri del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), Astra Zeneca ha consegnato finora31,33 milioni di dosi all'Unione europea.

La cifra non solo rappresenta un sostanziale taglio rispetto ai 90 milioni di dosi originariamente previsti per il primo trimestre, ma getta seri dubbi sulla capacità dell'azienda di soddisfare l'obiettivo di 180 milioni per il secondo trimestre.

La Commissione europea stima che, nel migliore dei casi, l'azienda fornirà al blocco 70 milioni di dositra l'inizio di aprile e la fine di giugno.

Ma i progressi sembrano mancare. Il divario tra le aspettative e la realtà è diventato insostenibile per Bruxelles, costringendo l'esecutivo a citare in giudizio l'azienda in un tentativo di ultima istanza per renderla conforme.

La causa è stata depositata in un tribunale di Bruxelles e sarà decisa secondo il diritto belga. La decisione di andare avanti con l'azione legale è stata presa per consenso con tutti i 27 stati membri.

Cosa sappiamo del caso?

Un portavoce della Commissione europea ha confermato a Euronews che il caso è stato introdotto come interrogazione interlocutoria. Questo termine descrive i procedimenti che forniscono una decisione temporanea o provvisoria su una questione controversa.

Il portavoce ha detto che l'obiettivo della Commissione europea è quello di convincere il giudice che Astra Zeneca è venuta meno ai suoi obblighi contrattuali. L'esecutivo è fiducioso che una sentenza costringerà l'azienda ad accelerare la produzione e a garantire almeno 70 milioni di dosi per il secondo trimestre, un numero che considera il minimo indispensabile.

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"Ciò che conta di più ora è che l'azienda assicuri la consegna di un numero sufficiente di dosi", ha spiegato il portavoce.

Geert Van Calster, un avvocato belga e studioso di diritto alla KU Leuven, ha detto a Euronews che i procedimenti interlocutori per accordi sull'acquisto di beni e servizi sono "chiaramente insoliti".

"Ho il sospetto - spiega - che [la Commissione] speri essenzialmente in due cose. In primo luogo, che un giudice dichiari ufficialmente che Astra Zeneca non si è impegnata a rispettare i vincoli contrattuali".

"E in secondo luogo - continua - che la Commissione e gli stati membri cercheranno di ottenere forse una o due misure molto specifiche in un periodo molto breve. In particolare, sospetto che la Commissione cercherà di convincere il giudice che secondo il contratto ci sono una serie di vaccini che avrebbero dovuto essere consegnati all'Unione europea e che non lo sono stati, e che, di conseguenza, quei vaccini che sono disponibili, in particolare nelle fabbriche al di fuori dell'Unione europea, devono ancora essere consegnati da Astra Zeneca agli Stati membri dell'UE".

Come si è difesa Astra Zeneca?

L'azienda "si rammarica" della decisione della Commissione europea e crede che "qualsiasi controversia sia senza merito", ma accoglie comunque "l'opportunità di risolvere questa controversia il più presto possibile".

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In una dichiarazione, Astra Zeneca ha sostenuto che ha di fatto rispettato il contratto e consegnerà "quasi 50 milioni di dosi ai paesi europei entro la fine di aprile".

"I vaccini sono difficili da produrre, come dimostrano le sfide di approvvigionamento che diverse aziende stanno affrontando in Europa e nel mondo. Stiamo facendo progressi nell'affrontare le sfide tecniche e la nostra produzione sta migliorando, ma il ciclo di produzione di un vaccino è molto lungo, il che significa che questi miglioramenti richiedono tempo per risultare in un aumento delle dosi di vaccino finito", ha detto l'azienda, riprendendo una linea di difesa utilizzata dal suo CEO, Pascal Soriot, durante un'audizione davanti ai membri del Parlamento europeo.

Quando possiamo aspettarci una risoluzione del caso?

Scegliendo un procedimento interlocutorio, la Commissione europea spera in una risoluzione rapida.

Il portavoce ha detto a Euronews che l'esecutivo si aspetta che il giudice emetta una sentenza "entro tre-sette settimane dalla presentazione del reclamo", una tempistica che anche Van Calster considera fattibile, purché il giudice ritenga che ci sia merito nel caso.

"L'idea è di andare in una procedura rapida per misure che possono essere rapidamente consegnate perché c'è anche la possibilità di una procedura a lungo termine che si pronuncerà sull'intero contratto", ha detto lo studioso, notando che i tribunali belgi tendono ad essere lenti quando si tratta di esami approfonditi.

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"Questo è precisamente il motivo per cui la Commissione ha optato per il procedimento interlocutorio. L'aspetto negativo di un tale procedimento interlocutorio è che non si può chiedere a un giudice di esaminare l'insorgenza del contratto. Dovrete chiedere al giudice di arrivare solo a conclusioni che sono chiaramente facili da fare sulla base di disposizioni che voi sosterrete essere senza alcun dubbio".

La Commissione crede di avere abbastanza argomenti per far sì che il giudice si pronunci a suo favore. Nel frattempo, Astra Zeneca ha detto che "si difenderà con forza in tribunale".

La prima udienza sul caso avrà luogo mercoledì.

La Commissione europea continuerà a fare affari con Astra Zeneca?

Per come stanno le cose ora, sembra altamente improbabile.

La Commissione ha scelto di non attivare la disposizione per ordinare altri 100 milioni di dosi da Astra Zeneca, una decisione che non può essere revocata dal momento che la scadenza è già passata. Bruxelles è ora concentrata sul fare in modo che le 300 milioni di dosi originarie siano effettivamente consegnate nei mesi successivi.

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Bruxelles è stata in grado di compensare parzialmente le carenze di Astra Zeneca affidandosi maggiormente a Pfizer e Biontech, i cui impianti di produzione con sede nell'UE hanno progressivamente aumentato la capacità grazie a uno sforzo congiunto pubblico-privato.

I risultati positivi delle partnership hanno portato la Commissione a mettere ancora più soldi sul tavolo per i vaccini mRNA. L'esecutivo ha avviato negoziati con Pfizer e Biontech per assicurarsi fino a 1,8 miliardi di dosi nel periodo dal 2021 al 2023. L'accordo è destinato a fornire booster e vaccini adattati a nuove varianti.

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