"Sofagate". La crisi diplomatica diventa politca, gelo tra von der Leyen e Michel

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Diritti d'autore Burhan Ozbilici/The Associated Press
Di Shona Murray
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I due leader Ue riferiscono questo martedì all'Eurocamera. Ankara ne esce rafforzata. In rete le Ong femministe chiedono le dimissioni del presidente del Consiglio europeo

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Da incidente diplomatico a crisi politica tra leader europei, il cosiddetto Sofagate della scorsa settimana sta diventando una questione più grave del previsto.

Lo sgarbo del 6 aprile scorso ad Ankara ha visto la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, rimanere in piedi di fronte due uomini seduti: il presidente Turco Recep Tayyip Erdoğan e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, di cui ora molte donne chiedono le dimissioni. Ha preso piede, infatti, una petizione organizzata da alcune Ong che pretende le dimissioni dell'ex premier belga. L'iniziativa in pochi giorni ha raggiunto oltre 7000 firme. Michel, con la sua negligenza, è accusato di avere arrecato un danno all'immagine di tutti i cittadini europei.

Questo martedì pomeriggio la presidente della Von der Leyen e il presidente del Consiglio Michel dovranno fornire una spiegazione dell'accaduto davanti ai capigruppo del Parlamento europeo.

Secondo Alberto Almanno, professore di diritto comunitario presso l'istituto HEC di Parigi, ci sono pochi dubbi che questa sia una grande vittoria diplomatica per Erdogan. “Non penso – ha detto Alemanno - che il suo sgarbo sia stato fatto a posta al 100%, ma certamente un po' di trascuratezza da parte della Commissione e il Consiglio europeo lo ha reso possibile. Questo episodio prosegue l'esperto - mostra quanto l'Unione europea sia ancora debole sul piano internazionale, probabilmente appare molto più debole di quello che è realmente". Quella di Erdogan, per Alemanno, è stata certamente una trappola. “E la cosa più grave che giunge solo poche settimane dopo il disastro di della visita dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrel, a Mosca”, ha concluso il professore.

Il giudizio è quindi negativo: l'Ue non sa ancora gestire la sovranità in politica estera che tanto rivendica.

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