Vaccini, “sofagate” e vento gelido. L'Europa alle prese con un inverno infinito

Vaccini, “sofagate” e vento gelido. L'Europa alle prese con un inverno infinito
Diritti d'autore Lefteris Pitarakis/The Associated Press
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Di Stefan Grobe
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Turchia, scandali diplomatici e vaccinali. L'Unione europea fatica ad inseguire la ripresa, e il cattivo tempo rischia di arrecare ancor più danni all'economia

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Non c'è competizione peggiore che quella sulla salute. Duole all'Europa apprendere che negli Stati Uniti la campagna di vaccinazione sta andando meglio del previsto, tanto che il presidente Joe Biden ha annunciato la somministrazione di 200 milioni di dosi, il doppio di quanto era stato previsto per i suoi primi 100 giorni di governo.

Niente di simile in Europa, dove non siamo riusciti neanche a rispettare gli obbiettivi di immunizzazione prefissati per gli operatori sanitari e le persone over 80.

I ritardi sono dovuti alle mancate consegne di lotti già ordinati, ma anche all'incapacità organizzativa di far partire la le vaccinazioni vere e proprie. Infine il caos intorno ad AstraZeneca non ha sicuramente aiutato.

La casa madre anglo-svedese di AstraZeneca ha accettato i collaborare con le autorità sanitarie su scala internazionale per comprendere meglio gli effetti collaterali.

“Sofagate”

E di inaspettati effetti collaterali questa settimana si è dovuta occupare anche la politica europea con un affronto diplomatico che verrà difficilmente dimenticato. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita ad Ankara, si è ritrovata senza sedia e ha dovuto sedere su un divano laterale lontano dal presidente turco per ragioni non dovute al distanziamento sociale.

L'incidente diplomatico, ribattezzato #sofagate con tanto di hashtag, ha distratto l'attenzione pubblica dalla deriva autoritaria del presidente turco e dai colloqui avvenuti riguardo le relazioni tra il paese mediorientale e l'Unione europea, alla luce delle recenti tensioni nel Mare Egeo. Bruxelles ha voluto aprire al dialogo ma non intende più soprassedere difronte ad eventuali nuove provocazioni da parte dei militari turchi.

Il professore all'Università di Duisburg-Essen, Yunus Ulusoy, esperto di Turchia ridimensiona il “sofagate” e ritiene che Ankara abbia bisogno dell'Europa per ragioni geopolitiche ed economiche. “La Turchia – ricorda l'esperto - si trova in una posizione di isolamento nel quadro internazionale, il suo avvicinamento alla Russia, non è risolutivo, perché Mosca è da sempre considerata come un partner imprevedibile". E per quanto riguarda i fronti caldi della politica estera come la Siria e la Libia, la "Turchia è molto più vicina alle posizioni occidentali rispetto a quelle che hanno assunto Russia o la Cina", conclude il professore.

Francia contro il gelo

Con un calo di oltre 20 gradi dopo Pasqua, la gelata non ha certo aiutato gli agricoltori che hanno dovuto escogitare metodi creativi per salvare i loro raccolti: come accendere centinaia di candele per non far perire i vitigni. L'idea è venuta ad alcuni agricoltori dell'Alsazia.

Se ha funzionato lo scopriremo solo dalla produzione vinicola di quest'annata. Per il momento l'inverno non sembra ancora voler andare via.

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