State of the Union: i Paesi Bassi di Rutte si interrogano sull'UE

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Di Euronews
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Il premier uscente liberale Mark Rutte ha vinto uno storico quarto mandato. Ma è il suo partner nella coalizione a voler rimettere in Paesi Bassi al centro dell'UE

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La Commissione europea questa settimana ha presentato una proposta per creare un certificato di vaccinazione che dovrebbe facilitare i viaggi all'interno dell'UE e salvare le vacanze estive di quest'anno.

Un obiettivo importante per le città europee stremate dalla pandemia e l'insofferenza dei cittadini. Tra tutte le manifestazioni contro le misure restrittive, quelle nei Paesi Bassi sono state più violente e persistenti Le rivolte facevano presagire il peggio per il primo ministro uscente, Mark Rutte, che si è ripresentato alle elezioni nazionali.

Ciononostante, Rutte è riuscito a ottenere uno storico quarto mandato.

Queal' è l'impatto del risultato elettorale olandese sull'Europa?

Abbiamo intervistato Jaap de Hoop Scheffer, professore all'Università di Leida, ex Segretario generale della NATO e ministro degli esteri olandese.

Euronews: la vittoria di Mark Rutte non è stata davvero una sorpresa, ma lo è stata la forte dimostrazione del suo partner di coalizione, il gruppo liberale europeista D66. Il suo leader, Sigrid Kaag, ha detto qualcosa di interessante durante la campagna, ha detto che i Paesi Bassi "dovrebbero cooperare di più con Francia e Germania". E’ questa la logica conseguenza della Brexit per gli olandesi?

Jaap de Hoop Scheffer: "Si tratta di una delle conseguenze della Brexit. Abbiamo sempre avuto come olandesi un orientamento occidentale, l'orientamento transatlantico e negli ultimi dieci, 15 anni, ovviamente, l'Europa continentale è stata sullo stesso piano. Ma dopo la Brexit, Francia e Germania dovrebbero includere di più i Paesi Bassi, a tal proposito sono d'accordo con Sigrid Kaag".

Euronews: Vedremo un nuovo governo Rutte più morbido in Europa piuttosto che il leader intransigente a capo dei paesi cosiddetti frugali?

Jaap de Hoop Scheffer: "Beh, ovviamente ora abbiamo i D66 al governo, con una caratteristica molto filoeuropeista. Non dimentichiamoci che Volt, il partito paneuropeo, ha anche guadagnato tre seggi in parlamento. Dimostra che girare intorno alla domanda: cosa dovremmo fare con l'Europa, non è un modo per ottenere più voti".

Euronews: Rispetto al vostro più grande vicino di casa, la Germania, il risultato dei Verdi è stato piuttosto pietoso. Come mai, visto che siete un paese che è così progressista e dove la politica sul clima gioca un ruolo così importante?

Jaap de Hoop Scheffer: "Beh, questa è una domanda che si porrà anche il Partito dei Verdi. Ma sono rimasto sorpreso dalla grande perdita del Partito dei Verdi. Forse si sono concentrati troppo esclusivamente sul clima".

Euronews: Un altro fenomeno interessante è la frammentazione dell'estrema destra politica. Il populismo è sulla difensiva, come abbiamo visto altrove in Europa?

Jaap de Hoop Scheffer: "Ho i miei dubbi. Se guardiamo ai partiti populisti che potrebbero essere rappresentati in parlamento, riceveranno tra i 25 ei 30 seggi. Da un lato, si può dire, che non è molto, visti i risultati della coalizione di governo, ma dall’altro lato non è inconsistente. C'è frammentazione".

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