Secondo molti analisti, per frenare flussi migratori e di eroina bisogna puntare sulla stabilizzazione del Paese. Ma il ritiro delle truppe americane non aiuta
Non staccare la spina all’Afghanistan, nonostante il disimpegno americano. È questo il messaggio emerso dalla conferenza dei donatori che si è tenuta a Ginevra in videconferenza. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha invitato la comunità internazionale a sostenere il Paese, che vive un contesto di crescente violenza dopo l'annuncio del ritiro delle truppe Usa e lo stallo dei negoziati di pace con i Talebani. L’Unione europea ha rinnovato il suo contributo finanziario da 1,2 miliardi di euro per il periodo 2021-2025, fondi che aiuteranno il Paese ad affrontare anche un'ulteriroe crisi, quella provocata dalla pandemia. Ma al momento si muore di più per attentati o esecuzioni.
Secondo dati ufficiali, l’accordo di pace siglato dall’amministrazione Trump con i Talebani non ha ridotto il numero di civili afgani uccisi e feriti.
Da gennaio a ottobre scorso sono state 5.939 le vittime civili afghane, tra queste il 31% erano dei bambini e 13% delle donne.
Roland Kobia, inviato speciale dell'Unione europea in Afghanistan ricorda che: "L’accordo di pace americano con i talebani, mediato dallo Stato del Qatar, è composto da cinque punti, solo quattro sono stati rispettati, quello che manca invece è il più importante ed è il cessate il fuoco".
La fuga dall’Afghanistan in questi anni non si è mai interrotta, gli afgani sono tra le comunità più importanti di richiedenti asilo in Europa dove arrivano via terra, attraverso viaggi estremi via terra e via mare.
"Se c’è una cosa che abbiamo imparato - prosegue Kobia - è che l'instabilità dell'Afghanistan si espande anche in altri Paesi . L'Afghanistan è poi il primo produttore di eroina al mondo e anche questo contribuisce ad un quadro preoccupante quando si pensa all’instabilità di questo paese che può provocare problemi di sicurezza a livello internazionale".
L’esercito degli Stati Uniti è presente in Afghanistan da quasi due decenni, secondo molti analisti la sua ritirata potrebbe far fallire il processo di pace. Il presidente eletto Joe Biden potrebbe quindi essere spinto a cambiare decisione e confermare una presenza militare americana almeno finché non migliorerà la situazione.