Coronabond: Conte batte i pugni, ma a Bruxelles si temporeggia

Coronabond: Conte batte i pugni, ma a Bruxelles si temporeggia
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Di Antonio Michele Storto
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Gli alfieri dell'austerity, Austria e Germania in testa, non vogliono saprene di collettivizzare il debito per sollecitare la ripresa

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Sui Coronabond, Conte sbatte i pugni ma Bruxelles temporeggia.

Il premier italiano si è rifiutato di firmare la bozza conclusiva dell'ultimo summit del Consiglio - anche stavolta avvenuto rigorosamente in videoconferenza - dando all'Europa un ultimatum di dieci giorni per trovare una quadra, "trovando una soluzione adeguata alla grave emergenza che tutti i Paesi stanno vivendo".

Sul punto, però, le decisioni sono ulteriormente rimandate.

"Abbiamo dato un compito all'Eurogruppo - ha detto la Presidente della Commissione Von Der Leyen - ed è chiaro come questo è stato concepito. E penso che tra due settimane, l'Eurogruppo dovrà tornare con delle proposte".

Favorevole all'idea dei coronabond si è mostrato il presidente dell'Europarlamento David Sassoli. Ma l'idea di collettivizzare il debito per stimolare la ripresa alcuni stati membri non riescono proprio a digerirla.

A mettersi di traverso - mentre in prima linea ci sono ormai gli ospedali di tutta Europa - sono ancora una volta gli alfieri dell'austerity, Germania e Austria in testa.

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dettaglio della lettera con la quale i leader dei 9 paesi più colpiti sollecitano all'adozione dei CoronabondEuronews

A sostenegno del provvedimento, il 25 marzo, era stata inviata una missiva a Bruxelles, a firma dei 9 paesi piu colpiti dalla pandemia: in testa ci sono Spagna e Italia, che per numero di decessi hanno ormai superato la Cina; seguite da Portogallo, Belgio, Irlanda, Grecia, Lussemburgo e Slovenia.

"Abbiamo bisogno di una stretegia di recupero - ha dichiarato il presidente del Consiglio, Charles Michel - e dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti possibili - e per me il bilancio europeo è uno degli strumenti possibili, - ma penso che anche il il miglioramento del mercato unico sia uno degli strumenti possibili".

Per le decisioni, dunque, bisognerà attendere almeno altre due settimane: un'eternità rispetto alla velocità di questa pandemia, che pure non è bastata a metter d'accordo l'Europa.

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